Pagina:Poemi (Esiodo).djvu/151

729-752 LE OPERE E I GIORNI 37

     Né su la via, né fuori dovrai camminando urinare,
730né le vergogne mostrare: son sacre le notti ai Beati.
Accoccolare invece, si deve l’uom pio, l’uomo saggio,
ed accostarsi al muro di ben circondato recinto.

E dentro casa, mai non devi all’altare appressarti
con le vergogne bruttate di seme: guardar te ne devi.

735Né generare figli, se torni da un rito di morte
lugubre; ma se torni da un’agape sacra ai Celesti.

Né traversare a guado mai l’acqua dei fiumi perenni,
se tu prima non preghi, rivolto a la bella corrente,
prima le mani non mondi nell’acque piacevoli e pure.
740Chi per malizia, e senza lavarsi le mani, lo guada,
si crucciano con lui, gl’inviano mali i Celesti.

Né tu devi nei sacri festini col lucido ferro
nel ramo a cinque branche3 recider dal florido il secco.


malaugurii


     Mentre si beve, il mestolo sopra al cratère non devi
745porre: ché sopra quello si posa un augurio di morte4.

Se fabbrichi una casa, non devi lasciarla incompleta,
ché non vi segga su la cornacchia ciarliera, e vi gracchi.

Attinger dai caldai, se prima non son consacrati,
per cucinare o lavarti, non devi: anche questo è peccato.

750Neppure è buona cosa, seder su le tombe5 un fanciullo
di dodici anni: l’uomo, cosí, non diventa piú uomo.
Lo stesso anche avverrebbe, se fosse di dodici mesi.