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PROMETEO E PANDORA3



        Sappi che tengono i Numi nascosto ogni bene che valga
a sostentar la vita. Se no, col travaglio d’un giorno,
agevolmente un anno campare ozïando potresti:
45staccar presto il timone potresti, ed appenderlo al fumo,
dei buoi nulla varrebbe, dei muli ostinati il lavoro;
ma Giove i beni ascose, per l’ira concetta nel cuore
perché Promèteo, mente sottile, lo trasse in inganno.
Per questo egli tramò luttuosi cordogli ai mortali:
50nascose il fuoco; e il figlio sottil di Giapèto, di nuovo
a Giove lo rapì, per darlo ai mortali, celato
entro una ferula cava tenendolo a Giove che avventa
fulmini; e, irato, il Nume che i nuvoli aduna, gli disse:
«O di Giapèto figlio, maestro di tutte le astuzie,
55t’allegri tu, che il fuoco m’hai preso, m’hai tesa la frode;
ma gran cordoglio, per te, sarà fra le genti venture:
ch’io darò loro, in cambio del fuoco, un malanno che tutti
accoglieranno con gioia, gran festa facendo al malanno»4.
E, così detto, rise, degli uomini il padre e dei Numi;
60ed ordinò ch’Efèsto, l’artefice insigne, al piú presto,
terra mescesse con acqua, vigore ed umana favella