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316 | poemetti allegorico-didascalici |
CLXX
La Vecchia.
«Né non amar giá uom che ’n sua bellezza
si fidi, né ch’egli a lisciarsi ’ntenda:
in quel cotal non vo’ che tu t’intenda,
4ma, ’l piú che puo’, da lu’ fa istranezza.
L’uom che si piace, fa gran scipidezza
e grand’orgoglio, e l’ira di Dio attenda;
e Tolomeus giá dice in sua leggenda
8ch’aver non potè né amor, né franchezza.170-8
Né non puote aver cuor di ben amare,
ché tutto ciò ch’egli avrá detto a l’una,
11sí tosto il va a l’altra ricontare;
e cosí pensa a far di ciascheduna,
né non intende ch’a lor barattare.
14Udita n’ho la pianta di piú d’una.»
CLXXI
La Vecchia.
«E s’egli viene alcun che ti prometta,
e per promessa vuol ch’a lui t’attacci,
i’ non vo’ giá per ciò che tu lo scacci,
4ma digli ch’altro termine ti metta,
perciò ch’avrai allor troppo gran fretta.
E sí vo’ ben che ’l basci e che l’abbracci;
ma guarda che con lui piú non t’impacci,
8se non iscioglie prima la maletta.
O s’alcun ti mandasse alcuno scritto,
sí guarda ben la sua intenzione,
11ched e’ non abbia fintamente scritto;
e poi sí gliene fa risponsione,
ma non sí tosto: attendi un petitto,
14sí ch’egli un poco stea in sospezzone.»