Pagina:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu/314

308 poemetti allegorico-didascalici

CLIV

La Vecchia.

     «Molte volte mi disse quel ribaldo
per cu’ i’ ebbi tanta pena e male,
ched e’ verrebbe ancor tal temporale
4ched i’ avre’ ispesso freddo e caldo.
Ben disse ver, quel conto ho i’ ben saldo;
ma pur l’agio ch’i’ ebb’è tanto e tale,
che tutto quanto il cuor mi ne trasale,
8quand’i’ rimembro, sí ritorna baldo.
     Giovane donna non è ma’ oziosa,
sed ella ben al fatto sí ripensa
11per ch’ella sti’ a menar vita gioiosa.
Ma ch’ella pensi a chieder sua dispensa,
sí ch’ella non si truovi soffrattosa,
14quando vecchiezza vien poi che l’adensa.»154-14

CLV

La Vecchia.

     «Or ti dirò, figliuola mia cortese,
po’ che parlar possiamo per ligire
e piú arditamente, ver vo’ dire,
4che noi non solavam (quest’è palese!).
Tu sí sa’ ben ch’i’ son di stran paese,
e sí son messa qui per te nodrire;
sí ti priego, figliuola, che t’attire
8in saper guadagnar bene tue spese.
     Non ch’i’ te dica ch’i’ voglia pensare
che tu d’amor per me sie ’nviluppata;
11ma tuttor sí te voglio ricontare
la via ond’io dovre’ esser andata,
e ’n che maniera mi dovea menare
14anzi che mia bieltá fosse passata.»