La gran bieltá che procede del viso, 290
co li amorosi suoi gai sembianti,
chi fosse degno di guardarla fiso,
piú non vorrìa ched istarle davanti;
ch’al mondo dona canto e gioch’e riso,
onde gioiscon li amorosi amanti;
quell’è lo specchio ove bieltá riluce,
splendientissima serena luce,
al cui splendor si rinvìan gli erranti.
E vidi la sua bella compagnia, 291
che son sette regine ben ornate;
l’una l’adorna di gran cortesia,291-3
l’altra di pura e dritta veritate;
la terza d’umiltá scorge la via,
la quarta ha pregio di gran larghitate;
la quinta adorna di bell’astinenza,
la sesta bella castitá l’aggenza,
la settima d’umil dolze pietate.
Poi vidi le sue belle cameriere, 292
tant’avenanti mai non fuôr vedute;
piane dolzi ed umili al mi’ parere,
adorne e oneste, cortesi e sapute;
e vidile danzar per lo verziere,
ed ieran tutte di bianco vestute;
ciascun’avea di fiori una ghirlanda,
e fanno ciò che Madonna comanda,
e rendon dolzi e soavi salute.
Altra masnada adorna vidi assai, 293
secondo ch’a tal donna si pertene,
la qual molto ’n veder mi dilettai.
Per lo palazzo andando vidi bene
di nuove cose ch’io non vidi mai,