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cero di Roma, argomentarono alcuni antiquarj, che si trattenessero nel luogo, ove è Pesaro, a dividere, ed a pesare l’oro, e credettero, che dessero il nome di Pesaro alla Città, che quivi fabbricarono, quasi a pensando auro. Ma ciò è una favola, perchè Pesaro esisteva, come lo dimostra l’Olivieri, e perchè i Galli al dir1 di Polibio habitabant vicatim sine muris, neque supellectilis usum ullum norant: quippe simplex illi vivendi modus, ut quibus somnus in herbis, aut stramenti toro erat, alimoniam carries tantum, nec quidquam aliud curæ nisi res belliccæ, et agrorum cultus, nulla alia, neque scientia, neque arte apud ipsos cognita. Da queste parole di Polibio si rileva non solo, che essi non fondarono Pesaro, ma neppure Roccacontrada, ora detta Arcevia, che fu fatta Città da Pio VII li 16 Settembre 1817; e tanto più, perchè restando essa sopra un Monte di vivo Sasso, ed avendo di rimpetto lo sterile Monte Cameliano, i Galli non avevano ivi campi da coltivare, che era la loro principale occupazione secondo Polibio.
Or questi Galli furono assai inquieti, ed arrecarono molte molestie a’ Romani ne’ novanta sette anni, che dimorarono in questi territorj. Tentarono di bel nuovo la conquista di Roma, e venuti alle armi co’ Romani poco lungi dalla porta Collina, a stento furono respinti colla strage non indifferente di ambe le parti, e per quella insorta novità fu duopo crear dittator Cajo Servilio Ala, e fu nell’anno di Roma 399. Dodici anni dopo, cioè nel 411 furono di nuovo sconfitti dal Console L. Furio Cammillo. Fecero quindi pace, ed alleanza co’ Romani, nella quale durarono per circa trenta anni. Quindi si unirono cogli Etrusci, e co’ Galli Transalpini, e diedero un sacco alle campagne Romane. Dopo altri quaranta anni essendosi collegati co’ Sanniti, cogli Etrusci, e cogli Umbri mossero guerra a’ Romani, e furono da essi sconfitti nell’Agro Sentinate, ove il Con-
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