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Ingresso trionfale 129

volte ripartì Giacomo Leopardi per ricercare, nel suo sublime errore, uomini veri nel vasto mondo: e a Roma, come a Napoli, come a Milano, come dovunque, era il natio borgo selvaggio e la gente vile!

Dentro la stretta via, che seguita a salire, era già buio: era già buio anche perchè di qua e di là del selciato a conca, le case sono assai da presso, case grige, con certe finestrine piccole piccole. Vedemmo però ancora della gente su gli sporti col deschetto da calzolaio giacchè, come mi dissero poi, il lavoro delle scarpe è una delle industrie di Recanati. Quella tranquilla gente ci seguiva con lo sguardo con molta curiosità: poi parlavano fra di loro.

Ma da una di quelle finestrelle, fra i garofani, ecco sporse una testolina di giovanetta, nera e curiosa come capo di rondinella dal suo nido sospeso. Non so come un nome mi si presentò: Nerina! e le palpebre degli occhi miei, che sono in verità assai stanchi ma non piangono più, cominciarono a battere per il fantasma di un nome d'amore!

Ma non molto si sale, che la via spiana, gli edifici si allargano, si innalzano alti, signorili, per una via che è la principale e segue con sinuoso e lungo arco la cresta del colle