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sigliò la prudenza; a chi davasi in braccio alla fede del sentimento il dubbio legittimo della ragione; a chi cercava di Dio e del mondo all’impazzata persuase di studiare prima sè stesso che altrui. Mentre in Francia il Cartesio poneva le fondamenta di una riforma generale nelle scienze, in Italia quel sommo che
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dimostrava agli eruditi attoniti e mal fidenti in qual modo egli avesse potuto poggiare sì alto. Alle induzioni intuitive, alle avventate deduzioni egli sostituiva l’osservazione accurata e paziente dei fatti, l’esperimento che è osservazione apparecchiata dalla natura e dall’arte, i confronti e le induzioni ragionate e prudenti. Simili consigli raccolse nel Novum Organum e in altri libri Francesco Bacone, innovatore meno savio perchè più audace. Se non che i nuovi metodi non solo davano migliore assetto alla logica, ma riordinavano eziandio in altra forma le ricerche tutte scienziati; traevano essi fuor d’infanzia la scienza umana e l’avviavano a più glorioso segno1.
Per fermo, quanto da siffatti rivolgimenti le Fisi-
- ↑ Cartesio (Epist. ps. III. 17, p. 62) era tanto convinto dalla somma importanza delle riforme da lui consigliate che non dubitò di affermare che la sua filosofia si sarebbe, a breve andare, sostituita ad ogni altra dottrina. La stessa persuasione animata da entusiasmo per avventura maggiore è in Bacone (Nov. Org. passim).