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blica educazione: ecco diversi modi, ottimi tutti, coi quali la società ovvia al male e rende giusto l’esercizio di un diritto necessario. Conchiude: «Perchè ogni pena non sia violenza di uno o di molti contro un privato cittadino, deve essere essenzialmente pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata a’ delitti, dettata dalle leggi»1.
Tale, ottimi giovani, per cenni il libro Dei Delitti e delle Pene, dei pregi del quale se noi vogliamo recare giudizio, ci è duopo appellarci ad un tempo all’intelligenza ed al sentimento. Prima di ogni cosa però conviene considerarlo nelle sue attinenze colla storia della scienza, comechè, se io ben avviso, egli si svolga dal pensiero moderno quale l’effetto dalla sua cagione. Per vero, la scienza moderna insegnò con Cartesio che noi, innanzi ogni ricerca, dobbiamo volgerci all’esame dell’umana natura, e vuole Beccaria che il diritto di punire si studi ne’ sentimenti umani sui quali si posa; vuole che delitti, procedimenti e pene piglino da essi misura e norma. La scienza moderna determinava che il sapere più non dovesse essere privilegio e si distribuisse quindi a tutte le classi sociali, onde Cartesio il primo scriveva di scienza in forma popolare, e Beccaria domanda che le leggi sieno dettate con chiarezza e nella lingua nazionale. Imperò la scienza moderna con Galileo e con Bacone2 che non si tenesse l’autorità come fonte