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342 pensieri e discorsi

il poema sacro, insegna loro che si può essere miseri e grandi.

Mostra loro che non si parla nel mondo linguaggio in cui siano state fuse più alte idee, che in quello di Dante. Dovunque essi ti collochino, o nostra potente Vesta, o fuoco nostro eterno, o Genio di nostra gente, ricinto dei colori quali erano il velo, il manto, la veste della tua Beatrice immortale, candido verde e fiamma viva, là è l’Italia; esule, come fosti tu, ma Italia, come tu fosti Dante: Dante, non sebbene in esilio, ma perchè in esilio.



X.


L’Italia esule


Perchè in esilio. Sulle rive degli Oceani, per le immense estensioni che ora sono steppe o deserti o selve vergini, già sono, e più saranno, paesi dove suona il . Divengano essi, fari, oasi, asili, centri di civiltà e umanità. Da quelli vengano i migliori prodotti del suolo, i più bei saggi dell’arte, i più ingegnosi trovati della scienza, i più acuti pensamenti, i sentimenti più caldi, i più nobili esempi. Sorgano e si mantengano e prosperino, a onore del genere umano, le colonie di Dante.

E Virgilio, come è giusto, il poeta dell’esilio e il maestro di Dante, le guidi: egli sa il cammino, egli sa vincere la prova. Egli guidi gli emigranti nelle nuove terre latine, o almeno tra i popoli che dalla latinità hanno tratto le più nobili parole e le più vive ispirazioni.