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326 | pensieri e discorsi |
Alla bandiera che oggi s’inaugura, spetta già la corona civica. Dell’italica compagnia che si assembra nel nome di Dante, sacra compagnia della vita, santa compagnia dell’avvenire, il vostro drappello, o gentili donne e cittadini di Mantova, quest’anno è il primo. Voi aveste prima la vittoria che la bandiera. Vuol dire che il segno nel quale vinceste, prima v’appariva nel cielo. Voi vedevate forse, oltre il verde del piano e il bianco dell’Alpi, un cerchio di foco, un vallo di ferro rosso; e avanti quelle mura vermiglie vedevate due grandi larve impedite nel lor fatale andare; e udivate quella che era innanzi, dire all’altra:
Non sbigottir, ch’io vincerò la prova!1
E sì: Virgilio ha vinto, e Dante passa. Passa di là del ferro, passa traverso il fuoco, passa a dispetto dei demoni, passa cavalcando i mostri, s’avvalla nella caligine, per risalire alla luce e alla beatitudine. Questo è il segno che vedeste e in cui vinceste.
I.
Il tempio
Oh! fossi quel che non sono, o cittadini di Mantova: poeta! Ma io ho del poeta un solo tratto: quello di non far la posta all’attimo fuggente. Il poeta sa che ciò che è desiderabile, è sempre addietro o avanti.