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204 | pensieri e discorsi |
Ma, per intenderci, io vi dirò che è questa libertà, voluta e ottenuta sì dall’imperiale Alighieri e sì dall’antimperiale Garibaldi; e ve lo dirò significandone gli effetti e i segni. Dante fu libero, ossia ridivenne libero: da che si vede? Da questo: il cacciato dei Neri, si fece parte per sè stesso. A chi si riferiscono queste parole? Non sembrano scritte per Garibaldi?
In vero qual è la parte o, come si dice ora, il partito di Garibaldi? Mazziniano? — Se il Generale avesse voluto! — è l’ultimo pensiero del maestro di Garibaldi. Dunque il guerriero non aveva voluto ciò che il pensatore voleva. Non fu dunque mazziniano. E dunque fu monarchico? L’aver combattuto per il segnacolo — Italia e Vittorio Emanuele — non fa di lui un monarchico, più che non faccia di lui un tiranno essere stato generale e dittatore. Patriota a tutti i costi? italianissimo, come dicono i clericali? Egli salutò il sole dell’avvenire che avrebbe illuminato una sola patria per tutti i popoli. Dunque socialista, internazionalista? Oh! egli combattè tutta la vita per qualche popolo e nazione, nè soltanto il suo e la sua, contro qualche altro e altra. Partigiano della guerra? Egli amava la pace. Partigiano della pace? Egli faceva la guerra. Dunque non sapeva che cosa volesse, tra la monarchia e la repubblica, tra il nazionalismo e l’internazionalismo, tra la pace e la guerra? Nessun carattere ci pare più coerente del suo. Nessuno, ch’io sappia, vorrebbe a quella sua figura, nota a tutti come nel suo aspetto così nella sua anima, togliere nulla, aggiunger nulla, mutar nulla.