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136 | pensieri e discorsi |
di Dei in favore de’ Greci, nascosta tra le nuvole? Qualche argomento, che non è opportuno riportare qui, mi farebbe credere quest’ultima cosa: che fosse tra le nuvole, allora. Ma io vorrei saperne un’altra: che cosa ne pensasse il Manzoni, il quale, secondo me, deve aver derivata da quella frase, consciamente o inconsciamente, molta ispirazione. In vero è curioso osservare che anche nella sua notte la luna vien fuori dopo, come quella che non era nel primo quarto — parrebbe — , essendo che Renzo continua la sua strada “nelle tenebre crescenti„, e si avvia con Lucia e gli altri alla casa del curato “nelle tenebre„, mentre poco dopo, quando esso curato apre la finestra, può vedere che è il “più bel chiaro di luna„. Era la luna spuntata nel frattempo? Può darsi, e può anche darsi che il Manzoni interpretasse il luogo di Virgilio in un modo analogo. Ma in ogni modo, a questo solo volevo concludere che il chiaro di luna nella notte manzoniana serve a segnare il contrasto tra le inquiete operazioni degli uomini e la placida indifferenza della natura. “I passeggieri silenziosi, con la testa voltata indietro, guardavano i monti, e il paese rischiarato dalla luna, e variato qua e là di grand’ombre„. Virgilio, tutto insieme, se ne è passato; ma quel famoso verso, così dubbio, sembra a molti che basti a suggerire una quantità di idee poetiche. Ha, per esempio, ispirato il Leopardi nel suo Bruto:
E tu, dal mar cui nostro sangue irriga
Candida luna, sorgi,
E l’inquïeta notte e la funesta
All’ausonio valor campagna esplori.
Che, in fatti, il Leopardi pensasse a Virgilio e a Troia, si presume da quel che segue: