Pagina:Pavese - Il mestiere di vivere.pdf/168

164 1940


26 gennaio.

Nulla può consolare della morte. Il gran parlare che si fa di necessità, di valore, di pregio di questo passo lo lascia sempre piú nudo e terrificante, e non è che una prova della sua enormità — come il sorriso sdegnoso del condannato.

1° febbraio.

Proustiano: mancandoti il caffè, non trovavi piú l’agio nervoso per immaginare. Ti stavi abituando (Il paradiso sui tetti e Paesaggio e trama della Tenda1). Ora che c’è il caffè, ti pare che contrasti all’ozio fantastico.

L’ira non è mai improvvisa. Nasce da un lungo rodio precedente che ha ulcerato lo spirito e vi ha accumulato la forza reattiva per l’esplosione. Ne consegue che un bello scatto d’ira è tutt’altro che il segno di un’indole franca e diretta. È invece rivelazione involontaria di una tendenza a nutrire dentro di sé rancore — cioè di temperamento chiuso e astioso e di complesso d’inferiorità.

Il consiglio di «stare in guardia da chi non è mai irritato» (22 luglio ’38, I) perché solo chi perde la testa è sincero (7 dicembre ’37, VI) viene quindi a dire che — tutti gli uomini accumulando inevitabilmente odio — conviene guardarsi specialmente da quelli che non si tradiscono con scatti d’ira. Quanto a te, non fai male ad essere insincero nel tuo rodio, ma a tradirti ingenuamente con lo scatto.

9 febbraio.

In genere è per mestiere disposto a sacrificarsi chi non sa altrimenti dare un senso alla sua vita.

Il professionismo dell’entusiasmo è la piú nauseante delle insincerità.

  1. La tenda: titolo iniziale del racconto La bella estate (nel volume La bella estate, Einaudi, 1949)