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descrizione. (Vedi anche: «A proposito di Lavorare stanca» novembre ’34 — la prima intuizione dell’immagine motivo del racconto, escogitata per salvarti dal naturalismo). L’immagine-racconto voleva essere la storia di questo nesso, cioè l’istituzione di un simbolo (Cfr. 6 novembre ’38, II). Inoltre, l’immagine-racconto si è chiarita (24 ottobre ’38, I) bisogno di credere avvenuto ciò che raccontiamo, di considerare cioè l’immagine come un vero, esistente anche al di qua della pagina scritta.

Qualcosa di psicologicamente affine l’hai pensato ancora (29 ottobre ’39, II) quando hai detto che un’idea diventa feconda quand’è combinazione di due trovate.

26 novembre.

Dante sul Purgatorio non si volta mai a contemplare il panorama, per la ragione che non descrive realisticamente un viaggio, ma espone un simbolo dove si ricorre alla scena, al visibile, solo in quanto si veste di corpo un concetto. Non ha quindi obblighi di rispettare la logica naturalistica del reale.

Il motivo del dissidio tra l’arte e la vita — l’artista che si sente inutile e staccato dalla realtà — fu alla fine del secolo una tappa dell’autobiografismo romantico, che dopo le ebbrezze ottocentesche di genio e follia si scoperse insufficiente.

28 novembre.

Potrebbe darsi che i bambini siano piú abitudinari degli adulti e noi non lo si afferri bene per la ragione che essi vivono in guerra con gli adulti e sono costretti a celebrare le loro abitudini in segreto. Infatti, lo sforzo degli adulti è di rompere tutte le abitudini dei bambini, sospettando in esse un nodo di resistenza e di anarchismo. Ma nel campo dove i bambini godono di una relativa autonomia (i giochi) è evidente la loro abitudinarietà — il loro gusto del rito e della formula, la loro superstizione dei luoghi, ecc. — che