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78 La Canzone del Paradiso

ricordare un dei primi, lo Zamboni con l’insigne opera, Gli Ezzelini, Dante e gli schiavi, e un degli ultimi, l’avv. Arturo Palmieri di cui ho letto con profitto un buono studio che è l’ultimo di fui ma non l’unico: Sul riscatto dei servi della gleba nel contado bolognese.

Pag. 31, v. 21 e segg. — Odofredo diceva: Sclavos qui omnes bullantur in facie... tempore estus in meridie spoliasti servum et in equo ligneo ligatum posuisti ad solem, et forte unctum melle. In Atti Dep. Stor. Patr., Serie III, vol. 12, pag. 341: studio di N. Tamassia.

Pag. 35 e segg. — Giovi ricordare, per alcuni tratti dell’arringa di Rolandino de’ Passageri, alcuni della sua risposta a Federigo (vedi Frati, La prigionia del R. E., pag. 116): confidunt se potentia potius quam de iure (v.75),... nec semper ponet.... arcus (v. 73).... ventosis verbis.... non sumus arundines paludine que vento modico agitantur (v. 72; e cfr. La Canzone del Carroccio, pag. 62, vv. 1 e 16, La Canzone dell’Olifante, pag. 50, v. 7, in cui sono volute rendere le note di Dante in Par., III, 119, Purg., I, 130)... tamquam creditur nostri iuris (v. 77) ... Accingemus enim gladium super femur (v. 76) et rugitum dabimus (v. 74)... nec magnificentie vestre suffragium dabit innumerabilis multitudo (v. 75 e cfr. v. 77)...

E con Dio comincia anche quella celebre risposta: Exurgat Deus, et inimici sui penitus dissipentur.

Ma sopratutto si tenga presente il solenne proemio al registro degli schiavi liberati, il qual registro si chiamò Paradisus o, dal caso che ha questa parola iniziale, Paradisum voluptatis. Eccolo trascritto dalla Historia di Bologna del Ghirardacci, vol. I, pag. 194, sotto l’anno 1257:

“Nella Camera de gli Atti di Bologna, vi è un libro intitolato Paradisum voluptatis dove si vede il numero de’ servi liberati, et anco il nome di quei, che havevano li