E nella sala grande del palagio
sono i potenti Consoli ne’ loro
panni rosati, con la lor famiglia 20di zendal bianco divisata e rosso.
Gli adiutatori siedono e i notari
e il cancelliere, e dritti, con le mani
nelle capaci maniche, due frati,
un bianco, un bigio, un con la croce rossa 25cucita al petto, un con la corda ai lombi.
Il Podestà siede nel mezzo: aspetta.
Ecco i Seicento ed ecco i Cinquecento
e’ ministrali. Con brusìo sommesso
siedono attorno. I due trombetti un segno 30dànno di tromba, e il naccarino picchia
le gracidanti nacchere, e i due frati
intonano il grand’inno sacro.
Si queta l’inno, come a larghe ruote
scesa dal cielo un’aquila rombando. 35Fatto silenzio8, alto e soave parla
il Podestà: «Magnifici e potenti
Consoli, a cui serrare e disserrare
si dà9: per vostra volontà qui feci,
giusta il costume, al suon delle campane 40e con la voce dei bandizzatori,