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Il primo Carrroccio 37

Giunta al nemico, ella dicea col bronzo
della sua squilla: — È presso te Milano,
40che mutò luogo: al modo delle stelle. —

E venne tempo, e patria sola il plaustro
restò. Giaceva la città di pietra.30
E il plaustro parve il Gran Carro di stelle
che intorno a un punto sempre va nel cielo.31
45Ma vennero altri plaustri, altre vaganti
città tranate dai muggenti bovi,
altri raminghi popoli. Fu il mese
d’aprile, il mese che aprono le gemme.
Di fiori in boccia sorridea l’altare.
50Le Martinelle sonavano a gloria.

E il doppio a festa si faceva immenso
e percotea nell’avvenir profondo.
Misto era a scrosci, a voci, a urla, a rombi.
Forse tonava sopra la Redorta.
55Era d’aprile. Il figlio della lupa
quel mese arò con la giovenca e il toro.
Era d’aprile. Dalle tue macerie
nascean, Milano, l’erbe ancora e i fiori.
Vi aveva arato l’arator selvaggio:32
60dal solco fondo germinò l’Italia.