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Ma tutto è inutile; la mia sorte è pronunziata.

Io ti ringrazio della tua cara lettera: essa mi ha consolata, ma... Nina è malinconia, ciò mi fa molta pena. E come mai essa non si sfoga con te, non versa nel tuo cuore le sue pene? essa ne proverebbe sollievo, e tu ne saresti meno affitta — ma spero che quando si scioglierà la compagnia con cui siete, allora l'aria di Toscana le gioverà.

A proposito di Toscana, se vuoi niente da Giacomo, sappi ch' egli è a Roma e vi passerà l'inverno.

Sento sempre grandi elogi di te e dei tuoi, e non puoi credere quanto mi ecciti dei battimenti di cuore quando si muove il discorso di questa benedetta opera di Ancona.

Giacchè me lo dici io ti devo credere; ma è questa la prima volta che sento che cotesto teatro la ceda a quello di Fermo, il quale non ha costato certo quanto il primo.

Ma io me ne informerò bene, e se non è vero, guai a te.

Ti rimando la nota dei tuoi libri insieme con vivissimi ringraziamenti perchè non hai sdegnato di compiacermi. Appena io ti feci questa richiesta mi pentii di non avertela fatta a Fermo, da dove non con più facilità, ma con meno pericolo avrei potuto mandarli a prendere; poichè subito mi venne in mente che avrebbero forse potuto ricevere in Ancona qualche soverchieria per parte della inquisizione doganale. Ora però vedo che fra questi non ve ne è che uno che mi avrebbe solleticato un poco e che io non conosco; ma l'ora assai tarda, ed il timore di un' inquisizione più vicina