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treccio di quest’opera; ma supponevo che derivasse dalla tragedia di Shakespeare. Dimmi qualche cosa di particolare su Bonoldi e la sua figura. Io già gli voglio bene, poichè è tuo amico.

Ah! se l’entusiasmo ch’eccita Desdemona fosse causa che si facesse il di lei ritratto, io l’avrei, non è vero? — ed allora che gioia per me!


XX.

AD ANNA BRIGHENTI

a Bologna

13 luglio (1831)

               Nina mia!

Dalla cara tua lettera io vedo con piacere che non mi sono punto ingannata nel qualificare il tuo amore di piccolo genio, e non di quella passione più terribile e tremenda, che io credo bene che tu sapresti provare, ma non molte anime con te. Dalla quale passione se io ti avessi creduta invasa, non ti avrei mica burlato, oh no certo! Ti avrei compianta, ed avrei procurato di persuaderti a cercar la guarigione che ti offriva quello stesso che ti aveva ferito; ma mi avrebbe fatto troppo dolore il tuo caso, perchè avessi cuore di schernirti; chè già so con qual mano delicata vadano toccate simili piaghe. Vedi dunque che Marianna mi aveva detto di te il vero, e null’altro che il vero.


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