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Ti ringrazio delle notizie di G. ma ancora non mi hai detto ove sta. Giacomo voleva passare l’inverno a Pisa poi non si è mosso da Firenze; egli poco può scriverci, ma ora sta benino. A tuo Padre non scrive mai?
Mi scriverai più da Ferrara? Saluto Nina con tutto il cuore: io compiango quella povera ragazza perché dovrà lasciare un soggiorno tanto delizioso.
Addio cara, carissima anima! Ricordati che io ti amo sommamente e che questo amore non verrà mai meno.
Quanto mi sarebbe piaciuto che tu non avessi aggiunto nemmeno una parola a quello che mi dicevi di avere tutto dimenticato!
È che la tua quiete e la tua tranquillità mi sta a cuore più di ogni altra cosa, e poi il racconto di Nina ha fatto che io togliessi di capo ad una certa persona l’aureola, che, dietro la mia immaginazione, gli avevo posta. Ah! non era egli il fiore di virtù, e nemmeno il fiore di quattro foglie.
Io ti bacio con un ardore inesprimibile, e mi raccomando al tuo amore, alla tua tenerezza. Per carità riposati dopo tanta fatica, io spero che il movimento non ti avrà inquietato. Io non mi sono mossa affatto.