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che persone Recanatesi erano colà quando voi cantavate?

Quanto mai io le invidiava! quanto mai sarei stata felice nel loro luogo! Ed ora come state, o cara? il riposo, l’aria più salubre vi hanno rimessa in salute?

Che questa notizia sia il soggetto delle prime parole che voi mi scriverete; qualunque altra parola, sebbene con quella mi annunziaste la mia felicità, mi sarebbe infinitamente meno grata di quella che mi assicurasse che la mia amica non soffre più. Mentre noi smaniavamo per il caldo, io sempre pensavo a voi, ed alla fatica che sopportavate, ed all’incomodo che necessariamente dovevate sentirne, e mi affliggeva questo continuo pensiero, e deploravo la sorte infelice delle persone anche le più virtuose, che a questo mondo non godono mai nè felicità nè pace, chè anzi più sono virtuose più sono infelici.

Avrete trovato la Ferrucci immersa, senza dubbio, nell’afflizione; se essa vi era amica, io vi compiango bene ambedue! Che fa la cara Nina? Io la ringrazio assai delle sue affettuose amorosissime parole. Oh mie amiche! possiate essere felici quanto lo meritate per tutte le qualità eccellenti adorabili del vostro cuore, del vostro animo. Che care giovani siete mai! Avete riveduto Giacomo? egli mi scrive che sta male di stomaco, che non esce, e che non può nemmeno ricevere visite. Se potete dirmi una parola consolante di lui, assicuratevi chene ho gran bisogno. Come vi ha sorpreso e come vi piace la rivoluzione di Francia?