recare a voi una ferita insanabile con quella crudele mia lettera; io già sapeva che avressimo pianto insieme, e che le nostre lagrime non saranno mai per asciugarsi, e sapeva ancora che non mi avresti detto parole di consolazione, perchè non ve ne sono. Ma la tua carissima mi fece bene, perchè sempre più mi mostrò quanto mai era amato il diletto nostro fratello, quanto immenso desiderio lascia di sè, quanto dolore quante lagrime amarissime eccita la sua perdita. O Marianna mia, io non trovo pace ancora, nè mi pare che mai troverolla; sempre quel pensiero mi è fitto in mente, sempre sempre. Qualche volta mi pare un sogno, mi pare cosa impossibile che dopo aver passato sette anni nella speranza di rivedere in ognuno di essi il mio caro Muccio, non debba vederlo più, mai più a questo mondo! che pensando sempre a lui, vedendo sempre la cara sua immagine, io non possa sentir più la sua voce, non possa nemmeno dargli l’ultimo addio. Oh le mie lagrime scorrono a torrenti, e il mio cuore si spezza dal dolore! Per compiacere a Ranieri ho dovuto ricercare tra le sue carte rimaste a noi; tu non puoi mai figurarti il mio penare. Fra i pianti e gli urli io scorreva quei cari caratteri, poi rimetteva ogni cosa al suo luogo, precisamente com’egli le aveva lasciate, chè mi pareva ch’ei dovesse tornare e voleva che trovasse a suo luogo ogni cosa, avendone lasciate le chiavi a me, e sperando che fosse contento della mia esattezza, poi io mi svegliava e mi dava pugni nella fronte per quell’orribile pensiero che tutto è già finito, e per quell’inganno che per un momento mi aveva trattenuta.