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In una cosa Paolina non somigliò a Giacomo: in certi pregiudizi di casta, i quali facevano strano contrasto con molte idee filosofiche e sociali ch’ebbe comuni col sommo fratello. Alle Brighenti, che le chiedevano conto d’un certo suonatore, Monaldo Fidanza, dubitando ch’ella lo avesse amato un tempo, Paolina rispondeva secco secco: «Sappi che da suo padre noi compriamo panno bleu le livree!1».

Assai diverse da quelle del poeta della canzone all’Italia furono pure le sue idee politiche. Aveva preso ad odiare i liberali, fino a dirli talvolta indegni dello stesso nome di uomini, e nei moti sfortunati, ma fecondi del 1848 ella non vedeva nulla più che un novello castigo divino.

Nè somigliò al fratello nella fede, fervidissima principalmente ne’suoi ultimi anni. Verità o errore, certo quella fede fu sola a consolarle i giorni amareggiati da tanti e così gravi dolori.

Gli ultimi dolori, e forse i più grandi della sua vita, glieli cagionarono gli scritti del suo Giacomo, in cui egli mostrava teorie religiose, tutte opposte alle sue; quegli scritti



  1. Lettera XXX VI.