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Egli non ci ha mai scritto di essere in compagnia di Ranieri, e non lo ha mai nominato. Sei ben sicura che questo signore sia napoletano? ch’egli si chiami di cognome Ranieri? ah Nina mia! io mi faccio rossa, perchè il mio delirio ha del ridicolo, e quasi mi pento di essere entrata in questo discorso, e di formare tali sospetti. Ma se questo giovine non è napoletano, se si chiama Ranieri di nome, non di cognome, il mio dubbio potrebbe non esser più si ridicolo. Io ho amato un giovine signore marchegiano, di nome Ranieri, che tre anni sono stava a Bologna; io l’ho amato, tu non puoi immaginare. con quale ardore; io era sua sposa, poichè tutto era combinato, e sebbene egli non fosse ricco, i miei genitori erano condiscesi ai miei desiderii; pure, Nina mia, lo crederesti? io lo ricusai. Ed egli era quale io lo avevo desiderato nei miei sogni; giovine amabilissimo, che io adorava: ma un giorno mi venne un dubbio, egli non me lo seppe sciogliere; e, addio care speranze, addio sogni lusinghieri, addio felicità: io sono rimasta con la sua immagine nel cuore indelebilmente scolpita, e con il crudele dolore di non avere saputo inspirargli quell’amore, che io sentivo per lui, ardente, furioso. Puoi credere se il mio cuore palpita ogni volta che sento il suo nome, e se lo hai fatto palpitare tu con il racconto dell’amico di Giacomo, ch’io mi misi subito in testa che fosse uno solo con quello che fu il mio. Chè se tu sei sicura ch’io m’inganno, dimmelo subito, per pietà. Egli è stato molto infelice dopo quell’epoca; i suoi affari erano rovinati affatto: egli andò a Bologna, poi a Roma; ed è