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Avevo saputo che Tommasini era vivo, malgrado la sua lunga malattia. Giacomo lo ha veduto a Roma1, e la moglie mi ha scritto. Anzi, se alcuno dei tuoi è in relazione con essa, se gli occorre mai di scriverle, io vorrei che le diceste che io ho risposto nel momento che l’ho ricevuta, alla sua dei 9 Novembre, dalla quale ho veduto con dolore che si sono perdute tre sue lettere senza che io possa saperne il perchè. Se il caso volesse che anche la mia si fosse smarrita, io gradirei assai che la signora Tommasini sapesse che non è per colpa mia se essa non ha più sovente le mie nuove, le quali con gran bontà ed affezione mi raccomanda di darle. Tutto ciò nel solo caso, ripeto, che qualcuno dei tuoi dovesse scriverle, altrimenti sia per non detto.

Di a Marianna che mi faccia fare la conoscenza dei suoi compagni, della Lorenzani particolarmente, se è maritata o no, se è bella o no, se canta bene o no.

Salutami i tuoi genitori, e siccome in ogni tempo ed in ogni giorno dell’anno sono eguali i miei voti per il bene e la felicità della tua cara famiglia, così ora non ti dico ciò che per lo più ha l’aria di puro complimento.

Se mi vuoi bene, scrivimi presto.... ma già so che non me ne vuoi punto, e perciò addio, cattivella. Sii buona.

Alla cara Marianna, al mio pensiere dolcissimo io do un bacio con il maggiore affetto e con la più gran tenerezza.



  1. V. Epist. lett. 489