Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
176 | viàggio d’un pòvero letterato |
zia, perchè disse: — Ci vògliono tanti soldi, allora!
La signorina scattò e disse:
— I soldi si guadàgnano! Prima le signorine non guadagnàvano niente, e adesso guadàgnano come gli uòmini. Sì, staremo lì a far la calza!
Il signore pareva ammirato delle risposte della signorina; ma si permise di obbiettare, non su le calze fatte a màcchina, ma in gènere sul perìcolo che Dante, la ginnàstica, la fìsica e la pedagogia potèssero sconvòlgere l’ordinamento della casa.
— A me, per esèmpio, signorina — disse, — le tagliatelle fatte a màcchina non mi piacciono.
— Oh, bravo! — esclamò la zia — Senti quello che dice il signore?
— Si pìglia una cuoca! — squillò la signorina — E poi e poi! Una volta voialtre stavate tutta la vita a imparare a far da cucina; ma oggi le signorine che stùdiano, come dice la nostra professoressa, sanno fare di tutto.
La signorina continuò con eloquenza, ma queste cose io già avèndole udite altre volte, lasciai lo scompartimento.