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174 | viàggio d’un pòvero letterato |
che le ho detto, e la manteca di mandorle e dei pezzettini di burro; poi un altro suolo di taglioline, e ancora le condisce con lo zùcchero, con le màndorle, e del burro....
— Come fosse un ragù.... — suggerì d’incanto quel signore.
— Bravo! E così di sèguito. Sopra, poi, ci fa dei ricami con la pasta frolla, e cuoce al forno: quando è levato dal forno, ci fa un buco, e ci versa mezzo bicchiere di alchermes o di cògnac, a piacimento. Una bontà! Provi, e sentirà che onore si fa!
— E come si chiama?
— La torta con le taglioline dolci. Lei la può mangiar calda, ma se la làscia raffreddare, sentirà che è più buona.
Il signore prese nota: màndorle dolci, poche amare, zùcchero, burro, alchermes o cògnac. — E la signorina — domandò — sa fare anche lei la torta con le taglioline dolci?
La signorina si schermì.
E allora la signora disse che la signorina non studiava le torte, ma studiava alla scuola normale, dove era una delle prime: — Dante, ginnàstica, fìsica, pedagogia e làscia pur dire a lei!