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148 | viàggio d’un pòvero letterato |
buttàvano contro la mitràglia dei cannoni bùlgari, cantando.» Allora è vero quello che disse il poeta Giàcomo Leopardi:
parea ch’a danza e non a morte andasse |
Zìvio i Ellas! e tanto mèglio.
Dunque esìstono ancora gli Èlleni?
Dunque non è vero che i Greci siano «briganti assai», come scriveva Monaldo padre per calmare i furori eròici del figlio Giàcomo? Dunque la Grècia non è morta? Botzaris dice di no. Tanto mèglio! Ma chi ne sa nulla? Spesso basta un uomo o una leggenda a far grande un pòpolo.
Ma le grandi Nazioni, i grandi potentati, che da anni ed anni, a fior di labbro soffiàvano per spègnere il focolare balcànico, sono un poco sorpresi del vasto braciere suscitato laggiù. Se quelle alte fiamme si appiccàssero alle vesti delle magnìfiche Potenze?
La mia supposizione non è verosìmile. Prima di tutto i re delle grandi Potenze si incòntrano ogni tanto, e quando si sono incontrati, bèvono lo champagne e dicono: Hoch! Zìvio! Hur-