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118 | viàggio d’un pòvero letterato |
Antiquària! Con tutta la precisione dei moderni sistemi; ma antiquària.
Mi venne, allora, in mente Giacomo Leopardi quando giovinetto uscì dalla biblioteca paterna e si recò in Roma per cercarvi la vita, e trovò invece che tutto in Roma era antiquària. Guai a lui se alla gente romana egli avesse detto: «Io son poeta, io son colui che sentì il suon dell’ora e le voci dell’infinito». E se avesse detto: «Io son colui che dall’antiquària dedussi il verso: Io solo combatterò, procomberò sol io», la gente antiquària di allora avrebbe esclamato: «È pazzo costui?». Eppure per quel verso noi lo chiameremo Liberatore.
Potrò io rinchiùdermi in una biblioteca, come in un chiostro dalle spesse mura e dilettarmi dell’antiquària, o, sopra un bel leggìo, lèggere il De òcio religiosorum: potrò io godere nel non sentire più l’ossìgeno della vita: ma per i giovani, no! Esiste negli anni giòvani un servìzio militare obbligatòrio. Non sarà più — come si va dicendo — il servìzio materiale delle armi, ma veramente, comunque, pei giòvani militare, navigare est necesse!