Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
202 | Signorine |
— Ah, no, – esclamò la signora Felicetta, – perchè dopo si muore.
– Morire? E cosa è morire? Dormire, sognare forse, – e proseguì: – Oppure fare come Saffo, giù da uno scoglio. Oppure come Ofelia. Un gran fiume. Si va, si va per le onde del fiume...
– E sono morti, quel signore e quella signora? – domandò la signora Felicetta.
– Erano due signorine, – disse la dama. – Sì, sono morte, ma ora vivono nella immortalità.
– Preferisco vivere a casa mia – disse la signora Felicetta. – Veda, io quando nei giornali leggo un suicidio, sto poi male per tutto il giorno.
La dama sorrise.
Poi proseguì: – Si potrebbe scegliere un dolce veleno. Si muore dormendo. Ma a me piace assaporare la morte. L’ideale sarebbe, giù da un velivolo.
Allora la signora Felicetta rabbrividì.
La dama che così parlava, era bella, ma di una bellezza così delicata che pareva