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Tig | — 486 — | Tir |
La regione dei veri cicloni è quella degli alisei, e la traiettoria seguita è pressochè quella della grande corrente equatoriale. I diametri di questi turbini sono di parecchie centinaia di chilometri e la velocità di traslazione da 12 a 14 chilometri all’ora.
Tigia: per asta, stelo dello stantuffo, è parola che talora ricorre da rozzi meccanici in Lombardia, per effetto del fr. tige.
Tilbury: parola ingl., dal nome dell’inventore: specie di elegante baroccino scoperto. Voce notata nei diz. francesi.
Timbro e timbrare: dal fr. timbre, timbrer, in italiano bollo, bollare. Timbre in fr. ([testo greco] rad. [testo greco] = batto) vale campana fissa senza battaglio, bordoni tesi per dar risonanza sotto la pelle del tamburo, quindi metallo, pasta di voce o di suono; tuttavia la locuzione timbro di voce (timbre de la voix) è sancita dall’uso. Per indicare quel carattere che distingue due suoni della stessa altezza quando sono prodotti da due diversi istrumenti, i fisici sogliono dire timbro.
Time is money: il tempo è danaro, ed è il famoso motto della dominatrice razza anglo-sassone, nel quale forse è più opportunità e impronta dell’indole di quel popolo che vera sapienza.
Che ’l perder tempo a chi più sa più spiace.
Così più saviamente Dante nostro (Purg. III, 78). L’opinione del motto inglese è fatta derivare da questa sentenza di Bacone: Time is the measure of business, as money is of wares. Cfr. Teofrasto in Diogene Laerzio (V. 2; n. 10, 40) che avverte: [testo greco].
Timeo Danaos et dona ferentes: (Verg. Eneide, II, 49). Dicesi di benefìci interessati e sospetti (Temo i Greci anche quando arrecano doni — il famoso cavallo di Troja).
Timòlo: sostanza contenuta nell’olio essenziale del timo o del serpillo. Usasi come antisettico.
Timpanismo: lat. tympanum = tamburo: voce medica: turgore dell’addome prodotto dai gas intestinali.
Tintinnabulo o tintinnabolo: più che voce morta, come nota il Petrocchi, è voce pedantesca (lat. tintinnabulum = campanello), usata talora ad arte o per celia.
Tintoretto: nel gergo familiare nostro usato è talora questo sopranome del celebre pittore veneziano, Jacopo Robusti (1512-1594) come allusione a persona che suole tingersi nel volto o ne’ capelli.
Tintura: medicamento formato dalla dissoluzione dei principi attivi d’una o più sostanze medicinali in un liquido acconcio (acqua, alcole, etere).
Tipo: per individuo, originale, curioso, è voce familiare. Così in fr. type = individue, excentrique, original. Un tipo, un certo tipo si dice spregiativamente. In fr. type = individue quelconque.
Tiptologia: (gr. [testo greco] = batto e [testo greco] = discorso) dottrina ed interpretazione delle percussioni del tavolino parlante per effetto di spiritismo: fr. typtologie, ingl. typtology.
Tiragliatori: versione del fr. tirailleurs, nome di milizia francese, instituita nel 1840, destinata a far fuoco in ordine sparso e a volontà precedendo il grosso dell’esercito.
Tiramolla: detto delle funi, è voce notata dal Tommaseo: familiarmente vale tergiversazioni, indugi, star fra il sì ed il no per acquistar tempo e consiglio. Cfr. l’antica canzonetta:
Tiramolla, morettina.
Tirapiedi: parola specialmente lombarda (tirapee) non priva di forte efficacia. Tirapiedi era detto il garzone, l’aiutante del boia, che tirava i piedi all’impiccato. Tirapiedi, nota il Cherubini, è nel gergo il religioso che conforta i morenti all’ospedale. Tirapiedi si dice con isprezzo ed in gergo familiare l’aiutante di qualcheduno, che gli è pedissequo, adulatore e simili.
Tirare: nel linguaggio della scherma vale battersi, ma non in duello, bensì per esercizio. (V. anche l’Appendice).
Tirare a palle infocate: muovere guerra aspra e di fazione contro persona o istituzione: frase frequente nel linguaggio della politica e dei giornali.
Tirar giù a campane doppie: dirne di ogni sorte con impeto e rabbia, sfogarsi, dir male, etc., locuzione familiare, tolta dal suonare doppio delle campane che