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Agg — 10 — Ahu

carte publiche o delle merci di gran consumo) e agioteur: onde le nostre parole aggiotaggio, aggiotatore.

Àggio: è notevole l’abuso che si fa di questo suffisso che ricorda il suffisso age de’ francesi, onde molte parole come metraggio, arbitraggio, viraggio, drenaggio, bendaggio etc. Aggio, ismo, ale, izzazione sono i suffissi dominanti, sì per effetto del nuovo bisogno di astrarre, sì per effetto delle lingue straniere.

Aggio mangnato: (ho mangiato) risposta tipica dell’indolenza, imprevidenza e noncuranza del làzzaro napoletano che, richiesto di servizio, rifiuta non avendo bisogno di alcun altro guadagno in quel dì, avendo egli mangiato. La triste frase deve ritenersi come leggenda.

Aggiornare: voce usata bene nel senso di fissare il giorno (dicere diem). Nel senso di differire è riprovata dai puristi. Certo è dell’uso e la registra la Crusca, il Petrocchi, etc. fr. ajourner.

Aggiudicatario: termine giuridico: indica la persona la quale per effetto di aggiudicazione è dichiarata proprietaria di cosa alcuna venduta all’incanto, per aver offerto il maggior prezzo. L’aggiudicazione può avere per oggetto anche una concessione o un appalto e in questo caso è aggiudicatario colui che ha fatto l’offerta minore.

Aggiotaggio: V. Aggio.

Aggiotatore: V. Aggio.

A giorno (illuminare): questa locuzione italiana, anzi italianissima tanto che essa è una delle poche parole nostre penetrate all’estero (A giorno in francese = éclairer a giorno, comme au grand jour) dal Fanfani è riprovata o almeno accettata a denti stretti. Yi antepone locuzioni simili: sfarzosamente, splendidamente illuminato, oppure: al Pagliano ci si vedeva come se fosse giorno. Bell’esempio del come e dove possa arrivare la pedanteria! A giorno è locuzione usatissima invece di traforato. Es. un fazzoletto con l’orlo a giorno, il che ricorda il francese à jour, percé à jour = de part en part.

Agnosco veteris vestigia flammae:

conosco i segni dell’antica fiamma.

Così Dido ad Anna, confidando il nuovo amore per Enea per cui divampa il cuore che si credea chiuso e consacrato alla memoria del doppiamente infelice Sicheo. (Vergilio, Eneide, IV, 23). Dicesi ora per motto e con forza di intercalare.


Agnosticismo: dal greco a = negativo e gignòsco = conosco, cioè quella dottrina filosofica che non sa, cioè che vuole attenersi soltanto allo scibile, a ciò che si sa senza oltrepassare con presupposti i limiti della scienza. Press’a poco come positivismo. (L’Agnostico appunto perchè ha rinunciato di pronunciarsi su ciò che oltrepassa i confini dell’esperienza, non può a rigor di logica negare la possibilità di un’anima eterna).

Agorafobia: una delle tante fobie del linguaggio medico, dal greco agorà = piazza, foro, mercato, assemblea e fobia = paura, avversione. Con questo nuovo vocabolo i medici alienisti chiamano quella specie di malattia nervosa, se malattia si può chiamare, per la quale si prova una specie di avversione, paura, turbamento, squilibrio nel traversare grandi spazi e nel trovarsi in mezzo a gran moltitudine.

Agrari: nome dato ai partigiani del partito Prussiano protezionista, a base di tariffe, dalla produzione del suolo. Partito presentemente conservatore con lieve tinta confessionale (protestanti), militarista, feudale. È formato dai grandi proprietari e si contrappone al partito degli industriali e dei socialisti. Dal tedesco Agrarien, lat. ager = campo.

Agremà e Agremani: dal francese agrément (radice gré lat. gratum, it. grato, grado) che indica tutto ciò che è gradevole, piacevole. Es. livre plein d’agrément. Quindi per estensione ornamento del vestire. In it. guarnizione, passamano.

Agrément: V. Agremà.

Ahimè, povero Yorick!: esclamazione di Amleto quando scopre nel cimitero il teschio del buffone Yorick (Amleto V, 1). Il motto ha valore di intercalare pur fra di noi.

À huit ressorts: nel linguaggio mondano e giornalistico invece di con o di otto molle, detto francesemente di certe vetture signorili, le quali oltre che alle quattro