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Rud | — 425 — | Ruo |
Rudement: nel gergo familiare francese, = beaucoup, très.
Rufìna: nome di vino toscano di molto pregio, simile al Chianti: più austero e meno vellutato: dal nome del luogo, in provincia di Firenze.
Ruga: voce milanese per ruta: erba ruga volgarmente è detta in Milano la grappa in cui è infusa questa nota erba aromatica. | Ruga in bolognese vale bruco e anche compagnia di persone.
Rugantino: V. Rogare.
Rugare: V. Rogare.
Rugiadoso: per «gesuita, untuoso» pietista, clericale è notato nel Petrocchi. Ma è neologismo che non mi pare che esca dal linguaggio giornalistico. Senso figurato, quasi a dire per ironia «stillante della rugiada dell’amore e del compatimento cristiano». Così almeno suppongo. Il Carducci in Confessioni e Battaglie (Vale) rinnova quest’aggettivo nel bel senso antico di florido: «Quale egli entrò fiorente di forza, rugiadoso d’ideale, nella primavera sacra del 1848, tale egli esce da questa ombra bizantina di trasformismo».
Ruit hora: V. hora ruit.
Rulare o rolare: voce deforme che talora si ode — specie nel linguaggio dei cuochi — in vece di rotolare (fr. rouler).
Rule Britannia! Britannia rules the waves: impera, o Britannia! La Britannia è signora dei mari: sono le prime parole dell’inno nazionale inglese, tolto da un coro di Alfred di Giacomo Thomson, scritto nel 1740. Cfr. il Vergiliano: Tu regere imperio populos, Romane, memento. Altri tempi: cfr. Dante: Paradiso XVI, 73:
Se tu riguardi Luni ed Urbisaglia
Come son ite, e come se ne vanno
Diretro ad esse Chiusi e Sinigaglia;
Udir come le schiatte si disfanno
Non ti parrà nuova cosa nè forte.
Rullìo: oltre che delle navi, si dice anche delle locomotive e delle carrozze dei treni, indica cioè le oscillazioni intorno all’asse longitudinale. È voce tecnica, eppure tanta è la forza del servire al francese che trovo questo periodo in un autore, che al solito, va per la maggiore: «queste vetture hanno permessa una dolcezza del così detto roulement che prima era sconosciuta». Un poeta non potendo in verso mettere roulement, e non ricordando o non garbandogli rullìo, adatta la parola rullo che per noi ha altro senso, ed ha la fortuna di trovare un altro poeta e professore di Università che lo difende: è il caso di riportare il passo: «L’autore non può essere nè un adoratore nè un giocoliere della parola. Egli non ama e non cerca la parola per sè stessa: ma della parola ha il vero rispetto, che troppi non hanno, considerandola nella vitale sua connessione col sentimento e con l’idea. Primo, se non unico, ufficio della parola, è l’esprimere. Perciò egli non si sbigottisce nè di barbarismi, nè di neologismi, quando gli pajono espressivi ed acconci; e dirà liberamente nord, sud, rullo (nel senso francese di roulement), pioniere, e, se occorre anche berceaux, ecc. E se sente il bisogno di una parola che non c’è, non esiterà a coniarla; per esempio migrabondo». Arturo Graf in Nuova Antologia, fase. 775 del 1° aprile 1904. NB. Quando si dice nascere fortunati!
Rullo: V. Rullìo.
Rum: il vero rum è acquavite di canna di zucchero: ing. rum, fr. rhum o, meglio, scrive il Littré, rum, toscanamente rumme: la parola e la cosa ci vennero in origine dall’Inghilterra e pare fosse in origine voce di gergo e significasse buono (buona bevanda).
Rumores fuge: fuggi le ciarle o meglio in senso filosofico, fuggi le umane contese. (Dionisio Catone, Disticha de moribus, lib. I).
Run: ingl., correre. Nel gergo di Borsa è così detto quel panico che fa sì che i depositanti accorrano agli sportelli di una Banca o cassa di Risparmio quando si diffonde voce di fallimento e temono che i depositi siano in pericolo.
Ruota del timone: quella ruota a manubri, situata a poppa o sul palco di comando, con la quale si manovra il timone.
Ruota o Dritto di poppa: pezzo di costruzione piantato su la estremità posteriore della chiglia per formare la poppa, sul quale s’impernia il timone. In fil di ruota: andatura di un veliero, quando naviga