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certe lune sceme o mezze lune, fumanti e appetitosissime.

Rispettabile: per bello^ buono^ considerevole, come un capitale rispettabile^ è modo ripreso dai puristi. Lo sancisce l’uso.

Rispondere per le rime: cioè a tuono, a modo e forte, cioè con pari violenza ed acredine. Questa locuzione trae origine dal costume popolare delle proposte e risposte in rima, ed accademico di rispondere ai sonetti con sonetti di uguali rime. Di solito quei letterati non si scambiavano frasi gentili complimenti, ma acerbi motti: dicevasi anche risposta alle consonanze.

Risponder picche: cosí si dice quando si rimane delusi nella domanda: locuzione familiare e faceta. Non è dal francese, e verosimilmente deve essere dedotta dal giuoco delle carte (picche, fiori, cuori, quadri).

Rispondo che non rispondo: vecchia locuzione del linguaggio parlamentare, rimasta viva sino ad ora: fu pronunciata nel Parlamento Subalpino dal Ministro G. Filippo Galvagno.

Ristorante: V. Restaurant.

Risúcchio: term. mar., movimento vorticoso dell’acqua a guisa di spirale all’ingiii, che tende ad affondare.

Risus abundat in ore stuitorum: il riso abbonda su le labbra degli stolti: antico motto latino, di formazione, credo, popolare: di molto consumo nelle scuole. Cfr. l’altro motto, il riso fa buon sangue. La sapienza del popolo ha di solito proverbi di opposto senso, cioè che si elidono, come ad es. chi dorme non piglia pesci .^ e l’altro la forhina viene dormendo.

Ritardatario: detto di chi arriva in ritardo, riprendesi come il fr. retardaire. Ma chi usa piú la voce indugiatore? chi userebbe il tenebrone^ suggerito dal Fanfani?

Ritenere: per credere,’ tenere., sentenziare, giudicare è neol. superfluo, ripreso dai puristi.

Ritenzione: (lat. re-tinere = ritenere) term. med.: dice esservi ritenzione quando una sostanza liquida o solida, destinata ad essere espulsa dall’organismo, resta ne’ serbatoi che la contengono e per il suo accumularsi o per la sua presenza diviene cagione di malattia (placenta, bile, urina).

Ritirata: la parola fr. retrait (lat. retraheré) ha dato origine a questa assai goffa parola ritirata^ nota per le stazioni d’Italia. Non mancano parole nostre: cesso (secesso., cioè luogo appartato)., licet^ luogo comodo., latrina., lat. latrina da lavatrina^ (cacatoio)., ma hanno senso ed uso plebeo. (V. Lieux d’aisanee). Il dialetto milanese ha la buona voce camer., la lingua classica agiamento e privato («Che dagli uman privati parea mosso», Dante Inf. XYIII), ma sono vocaboli caduti in disuso e appartengono all’archivio storico della lingua. Per indicare tale luogo decorosamente v’è chi dice, pur usando un gallicismo, gabinetto: altri dice stanzino, o con voce apertamente straniera retrait., water-closet ., do set.

Ritornare: ne] senso di restituire^ rimandare riprendesi dai puristi come uso conforme al retourner de’ francesi. Ma mi pare poco usato.

Riuscito: usato assolutamente per bello, è neol. tolto, secondo i puristi, dal francese réussi ^ beau., brillanta ed è notato in tale senso nei diz. d’Argot.

Riva (a): o arriva voce comune e nostrana del linguaggio marinaresco, da riva nel senso di luogo estremo, sommitá. A riva vale alla sommitá degli alberi o dei pennoni. A riva! voce di comando.

Rivalsa: da rivalere., è neologismo ( «inutile» , nota il Rigutini) per risarcimento., rifacimento.

Rivelare: i puristi non hanno torto quando notano che rivelare in italiano ha senso grave e solenne, quasi togliere il velo che ricopre cose misteriose o nobili: nel senso comune di mostrare., dar a vedere., etc. è un’estensione conforme al francese. Ma la forza dell’uso vale piú di ogni buona ragione.

Rivelazione: lat. revelare., manifestare: in teologia significa manifestazione di Dio per opera di agenti naturali od umani., e piú specialmente la comunicazione della volontá e del pensiero divino per mezzo di uomini inspirati (profeti). Ogni religione suppone una maniera di rivelazione, la quale ha valore secondo