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lano chiamano Abbaíni quelle stanze miserabili che nello spazio dei grandi casamenti si adattano tra i due spioventi e il primo piano della casa: soffitta.
Abbiatico: voce usata in Lombardia per dire i nepoti, cioè i figli dei figli, e non dei fratelli.
Abbinare: mettere insieme due cose (dal numerale distributivo lat. bini-ae-a=a due a due). Voce dell’uso ma generalmente non registrata.
Abbordaggio: term. mar., l’accostarsi a bordo a bordo di due navi per combattersi. Arrembaggio invece è dar l’assalto alle rembate per combattere a corpo a corpo. Collisione è l’urto casuale, più o meno violento, ed ha significato pari ad investimento, se non che questo può essere volontario, o per offendere una nave nemica o per salvare da male maggiore il naviglio spingendolo nelle secche o nella spiaggia. Il Petrocchi spiega alquanto liberamente: abbordaggio = l’urto di due navi. Arrembaggio = dar l’assalto a un bastimento dopo averlo abbandonato.
Abbordare: è la versione del francese aborder. V. bordo. I dizionari registrano questa parola nel senso marinaresco: nel senso di avvicinare qualcuno, prendere di sorpresa, affrontare, fermare è entrata nella lingua soltanto negli ultimi anni, del secolo XVII. Ora è d’uso comune «ma specialmente nel senso di fermare uno con una certa risolutezza a fine di parlare con lui» (Carducci, Antologia). I puristi la riprendono come «metafora sproporzionatissima che presenta la vera impronta del gallicismo» (Rigutini). Questo verbo è pur usato nella locuzione abbordare un argomento. E seguendo la stessa metafora, dicesi anche persona di facile abbordo per persona di facile accesso.
Abbordo: V. Abbordare.
Abbottonato: per estensione facile e lepida del vocabolo così si dice familiarmente di persona chiusa, riservata, ed è modo neologico contrario di sbottonarsi = aprirsi, palesarsi.
À bien revoir: oppure à nous revoir si dice talora in Italia per assumere più fine garbatezza ovvero per celia; ma avvertasi che sono storpiature del modo francese á revoir, o meglio, au revoir, au plaisir de vous revoir. Sarà spiacevole e incomodo per noi, ma è il fatto che i Francesi ci tengono moltissimo alla proprietà della loro lingua.
Ab imis fundamentis: e compiutamente instauratio facienda ab imis fundamentis, Leggesi nell’introduzione dell’Opera Instaurano magna di F. Bacone da Verulamio (1561-1627) e più esattamente: fiat scientiarum et artium, atque omnis humanae doctrinae, in universum instauratio, a debitis excitata fundamentis. Questo motto si ripete a proposito ed a sproposito per dire che di alcun istituto, azione, condotta etc. conviene riformare rinnovando sin dalle fondamenta.
Ab iràto: motto latino: con animo irato. Es. «Prese questa risoluzione ab irato» cioè non lasciando che, con la calma, subentrasse miglior ragione.
Abortire: nel senso figurato di non riuscire, andare a vuoto, detto d’impresa, progetto o simile, è sconcio gallicismo (Rigutini). Lo registra tuttavia il Petrocchi in tale senso. Nel linguaggio medico dicesi abortito di alcun male quando ne apparvero i sintomi non il decorso.
Ab ovo: dicesi cominciare ab ovo per dire cominciar dal principio, dalle più remote origini. Tale locuzione è antichissima: nec gemino bellum Troianum orditur ab ovo (Orazio. Art. Poet. 147) cioè: non cominciare a raccontar la storia della guerra di Troia (cominciando) dal doppio uovo di Leda. La quale fu fecondata da Giove sotto forma di cigno, onde ella generò due uova da uno dei quali uscirono Castore e Polluce, dall’altro Elena e Clitemnestra. Arrivati ad Elena ognuno può andare avanti da sè essendo nota l’istoria. Come ognun vede, se il motto cherchez la femme è francese e recente, la cosa risale ai più remoti tempi.
Ab ovo usque ad mala: dalle uova alle mele, cioè dall’antipasto alle frutta, cioè dal principio alla fine. Sono due emistichi di Orazio (Satire, I, III, 6, 7) divenuti popolari. È cosa nota che i Romani del tempo di Orazio solevano dar principio ai loro banchetti dal non troppo leggero cibo delle uova sode.