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Opo | — 344 — | Orc |
morte o per tal sangue cementare la Sinagoga: i Cristiani l’interpretarono invece nel senso del fatale olocausto dell’Uomo Dio per l’uman genere.
Opossum: Didelphis virginiana, specie di sariga o didelfide, particolare dell’America. L’Opossum è alquanto maggiore dello scoiattolo; il suo pelo, rossastro, meschiato di giallo, serve per pelliccerie. Opossum è voce data dagli anglo-americani: notata in francese.
Opoterapìa: term. med., da [testo greco] = succo e [testo greco] = cura (Landouzy), sinonimo di organoterapia. Cura consistente nell’uso di estratti preparati con organi animali. Tale, ad es., il metodo detto di Brown-Séquard.
Opportunismo: partigiano delle riforme e delle modificazioni quali il progresso e la necessità di mano in mano richiedono, fr. opportunisme, voce creata, dice G. Delesalle, op. cit., dal Gambetta. Voce che, insieme al der. opportunista, acquistò mal senso, indicando la subordinazione delle opere umane al concetto di utile e di convenienza. Vocabolo divenuto comune, tanto è bello specchio dei tempi!
Opportunista: V. Opportunismo.
Optare: per scegliere tra due parti od uffici, è latinismo usato, specie nel linguaggio parlamentare. Così dicasi della parola opzione (dal latino optionem). Voci non eleganti, le quali, scrive il Tommaseo «usavano alcuni in Italia, anche prima di questa invasione di locuzioni straniere». La grafia italiana sarebbe ottare, «ma avendo riportata tale voce in Italia i Francesi, era naturale che si dovesse accettare anche la loro grafìa». Rigutini.
Opzione: fr. option. V. Optare.
O quam cito transit gloria mundi!: o come presto trapassa la gloria del mondo: leggesi in Tommaso e Kempis (De imitat. Christi I, 3, 6). La formula rituale nelle elezioni de’ pontefici, e divenuta popolare, è: sic transit gloria mundi. Cfr. Dante:
Non è il mondan romore altro che un fiato Di vento,.....
Purg. XI, 100.
Ora (cavallo): è il lavoro compiuto in un’ora dalla potenza di un cavallo dinamico, o, come si dice comunemente, cavallo-vapore: è di 270000 (duecentosettantamila) chilogrammetri.
Ora incomincian le dolenti note: Cfr. E qui comincian etc.
Orario: nella locuzione velocità oraria, e simili cioè dell’ora, è neologismo.
Oratorio: come vocabolo del linguaggio musicale, indica un «componimento poetico e musicale sviluppatosi dai salmi e cantici dei confratelli della Congregazione dell’Oratorio; questa era stata instituita in Roma da San Filippo Neri allo scopo di distogliere il popolo dagli spettacoli mondani. Poscia si drammatizzarono i racconti biblici ponendo in versi le parabole del Vangelo. Animuccia e Palestrina furono i primi a scrivere laudi per l’oratorio. Le azioni sacre si celebravano di solito in una sala attigua alla chiesa dove procedevasi al servizio divino; e questa sala chiamata oratorio, diè il nome al componimento di cui parliamo.» (A. Galli, op. cit.) Tale genere musicale è rinnovato dall’abate Perosi. (V. Ricreatorio).
Orazio sol contro Toscana tutta: Ariosto, Orlando Furioso, XVIII. 65: verso popolare spesso ripetuto per celia.
Orbaccio: voce sarda orbàci: panno di grossa lana, dall’italiano albagio, voce disusata per indicare una specie di panno, solitamente bianco.
Orbetto: nel gergo dei giornali è detto talora il publico. Quanta filosofia in questa lepida denominazione!
Orchestra: ([testo greco]) nel teatro greco, fu lo spazio fra la scena e gli spettatori, nel quale agiva il famoso coro antico. Oggi per orchestra si intende la scelta e riunione degli istrumenti più importanti e caratteristici, imaginati e perfezionati, dagli antichissimi tempi ai dì nostri. «All’India, ai Persiani, agli Arabi andiamo debitori degli strumenti d’arco; all’Egitto, alla Palestina, alla Grecia devonsi gli strumenti monoplettrici e a pizzico (la cetra, l’arpa, gli antecessori dei liuti, dei mandolini e delle chitarre), il clarinetto ([testo greco]), gli ottoni ([testo greco]) nella loro forma primitiva, i sistri, i crotali; ai Semiti il [testo greco] a verghe metalliche, percosso a mano (strumento cui si può far risalire l’origine del pianoforte): agli Egizi, dell’epoca Alessandrina, l’idraulos (donde il nostro organo); infine, agli Eu-