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significa tutto il servizio navale di uno Stato. Es. la marina italiana, francese etc. Distinguesi in marina da guerra o militare, in marina mercantile o di commercio.

Marina: oltre ai noti significati, questa parola è usata per indicare quella parte del mare che è presso la spiaggia e dove l’acqua è poco fonda. Così intesi dire sul lido adriatico da’ marinai, e tale senso risponde eziandio ad un uso antico e classico della parola. Onde andare in marina detto delle navi, vale volgarmente arenare, far naufragio sul lido.

Marinage: voce tecnica fr., tradotta talora in marinaggio: indica il materiale scavato nelle gallerie e l’operazione dello scarico.

Marino per marinaio: è il fr. marin e dicesi specialmente di marinaio provetto, rotto alla vita del mare. Voce riprovata dai puristi, nè a torto.

Marionetta: voce venutaci di Francia ed accettata da gran tempo. La marionetta, di solito, si muove coi fili dall’alto: i burattini si fanno dal disotto, introducendo la mano entro il fantoccio. Marionetta, dunque è il fr. marionnette, alterazione di mariolette, diminutivo di mariole, nome dato in antico a figurine rappresentanti la Vergine Maria (Littré) o da Marion (Marie), nome di bambola o Mariole = bambola, come dicesi nel dipartimento della Marna (Scheler). La voce «marionetta» è tanto penetrata nell’uso che sarebbe pedanteria non accoglierla.

          A te, porgente su l’argenteo Sile
          le braccia a l’avo da l’opima cuna,
          ne la testante ilarità senile
          parve la vita accorrere con una
          
          Marionetta in mano.

Maritarsi: vale prender marito e dicesi della donna, «e sebbene qualche esempio non manchi por ammogliarsi, pure non consiglierei di adoperarlo in questo senso che sarebbe il se marier dei Francesi, i quali lo dicono tanto della donna quanto dell’uomo». Rigutini.

Maritozzo: nomo di un dolce di lievito, fatto con olio ed uva secca, che mangiasi in Quaresima, comune nelle Marche e in Romagna.

Marmellata: è uno dei tanti vocaboli derivati dal francese (marmelade) e penetrati nell’uso: del quale però non mancano antichi ed autorevoli esempi. In puro italiano, conserva di frutta. La parola francese proviene alla sua volta dallo spagnuolo mermelada, cioè la conserva fatta di mele cotogne (membrillo e nel portoghese marmelo lat. melimelum).

Marocca: dicesi in milanese della parte più cattiva di checchessia, ogni rifiuto di mercanzia. Forse è la stessa che la parola disusata maràme, detta probabilmente a somiglianza delle cose che sono rifiutate dal mare.

Marquise: tenda, tendone, tettoia, sopratenda: così detta parce qu’il protège les marches ou degrés du perron: ovvero de la marquise, grande dame', que l’on garantit de l’inclemence de l’air. (Littré).

Marron: per indicare il colore marrone, nel linguaggio della moda prevale, per vero abuso, la voce francese.

Marrone: nella locuzione veneta e lombarda, far marrone significa esser colto in fallo, ma non di cose gravi; e come modo efficace quale la più parte delle locuzioni nate dal genio del popolo, fu usata dal Manzoni nella prima stampa de’ Promessi Sposi «sono io che ho fatto un marrone. (V. Indice analitico metodico dei P. S. del prof. Boraschi, ed. Brida. Milano)» . Certo è che in altre parti d’Italia non essendo intesa, produce pessimo effetto. Del resto marrone equivale nella buona lingua a marachella. Marrone per errore si vorrebbe far derivare da voce tedesca. Cfr. E. Zaccaria, op. cit.

Marrons glacés: locuzione francese comunissima per significare i «marroni canditi».

Marsala: il più famoso e il più universale fra i vini spiritosi ed igonìci d’Italia: ricorda lo Xeres ed il Madèra: ha sapore caratteristico, dovuto a speciale fabbricazione. Fabbricasi in grandi stabilimenti detti, con voce regionale, Bagli, in provincia di Trapani. L’industria del Marsala è dovuta al sig. Giovanni Woodhouse di Liverpool, che uvea in animo di imitare il Madera. B. Ingham e Vincenzo Florio ne seguirono l’esempio, onde i