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Jaq | — 256 — | Joc |
Jaquette: diminutivo dì jaque = giacchetta, nota specie di abito: ma il linguaggio elegante della moda muliebre usa spesso la voce francese. V. Manteau.
Jarda: misura inglese yard = tre piedi, cioè m. 0,9144.
Jarretière: (dal bretone garr = gamba, francese jarret da cui, verosimilmente, il nostro garetto) indica quella segreta parte dell’abbigliamento muliebre comunemente chiamato legaccio e dalle signore giarettiera che ferma la calza alla coscia. Il Gherardini, valendosi di un esempio di V. Borghini, consiglia la voce garettiera come corretta. Ma chi l’userebbe? E garetto non è poi lo jarret francese per quanto che ne dica il Tommaseo?
Jatte: etimologicamente è la nostra gavetta, gabata in ispagnuolo. Se non che gavetta è confinata ad un significato assai umile, indica cioè la ciotola de’ soldati; invece jatte è la scodella, elegante di fine metallo o di porcellana, tutta d’un pezzo e senza orlo che serve a riporre galanterie o per sopramobile. Fortuna delle parole!
J’attends mon astre: motto antico della casa sabauda come attesta la vecchia grafìa j’atans mon astre, e pare fosse di Amedeo VI, il Conte Verde. Carlo Alberto lo assunse come sua divisa.
Jean: Giovanni, e se si vuole un diminutivo, Gianni; parola che ha diploma di nobiltà anche in Dante:
Quel folletto è Gianni Schicchi.
Inf. XXX, 32.
Pur tuttavia anche questo nome, secondo il vezzo aristocratico di modificare in inglese o in francese i nomi propri di uomini e donne, è diventato Jean. All’orecchio dei signori le parole così modificate acquistano non so quale leggerezza e spiritualità, al mio orecchio suonano cosa misera e deplorevole. V. più ampiamente questa questione alla parola Marie.
Jehova: o italianamente Geova, il Dio del popolo Ebraico, il Dio biblico.
Je prends mon bien où je le trouve: motto del Molière, vulgato fra noi, specie per indicare uno scettico e mondano ecclettismo. Cfr. il motto del diritto: ubi rem meam invenio., ibi vindico.
Jeune homme: nel ceto mondano pare più elegante del nostro giovanotto. Avverto che jeune homme in fr. non ha plurale: des jeunes gens.
Jeunesse dorée: nota locuzione figurata francese per indicare la gioventù ricca, gaudente e mondana. Questa locuzione si formò in Parigi verso la fine del 1794 per indicare i giovani ricchi, sostenitori della contro-rivoluzione del Termidoro.
Jingoista: dall’inglese Jin’ go, nome recente, detto di coloro che in Inghilterra (guerra del Transvaal) e negli Stati Uniti (guerra di Spagna) erano caldi e clamorosi fautori della politica imperiale e di conquista. Il vocabolo risale al tempo della guerra russo-turca (1877-78) in cui una fazione del partito conservatore sospingeva fieramente il governo sotto Beaconsfield (Disraeli) a sostenere i Turchi. Derivato: Jin’ go — ism. La parola proviene da Jin’ go, esclamazione senza preciso significato. Come avviene di simili voci, fu prima detto per dispregio, quindi accolto da coloro cui era diretto come epiteto onorevole. Questo vocabolo presso di noi vale in tanto in quanto i giornali lo hanno divulgato.
Jockey: italicamente fantino. Come gli inglesi allevarono con selezione cavalli e cani, così formarono il Jockey, individuo importante perchè dopo il trainer, l’allenatore, è massimo coefficente di vittoria nelle corse. Il jockey da lungi pare un ragazzo; da presso un vecchio: cade sovente da cavallo, ma difficilmente si stronca il collo giacchè l’esalazione dei liquori di cui è spesso imbevuto, forma cuscino. Per compenso il jockey mangia poco al fine di conservare il peso minimo, muore presto ed ha l’onore d’aver la licenza professionale dal Jockey Club, circolo nobilissimo. Anche in Italia fu nel 1881 istituito un Jockey Club in Roma. Gli antichi vincitori dei giuochi olimpici erano cantati da Pindaro ed avevano l’onore di combattere a fianco dei re. Il jockey moderno si accontenta di guadagnare molto danaro, come da esempio tolto da un giornale: «I guadagni del fantino Rigby: A proposito del fantino Rigby, mi sembrano interessanti queste notizie. Rigby due anni or sono