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Jabot: parola francese di dubbia etimologia (secondo il Diez, da gibba = gobba) e vuol dire gozzo. Questa voce è frequente per indicare quel rigonfiamento formato dalle lattughe della camicia, oppure da quella pettorina di batista o di seta a pizzi, ricami e sbuffi, la quale è di uso nelle vesti muliebri e spesso ha la missione di adombrare ciò che sotto non v’è.

Jack the ripper: voci inglesi che significano Giovanni lo sventratore. Questo nome ricorse ogni tanto nei giornali per indicare uno squartatore di femmine. Il più celebre di questi sventratori che diè motivo al nome fu un ignoto assassino il quale in Londra, l’anno 1888, nel quartiere di Whitechapel fece strage di alcune donne di mala vita. La leggenda e il terrore aumentarono le proporzioni della realtà; questo nomignolo diventò comune e fu talora volto in senso faceto. Nè è meraviglia che il fatto si ripeta giacche trattasi di un caso patologico di perversione sessuale o sadismo, come altri dice, congiunto ad istinti sanguinari e feroci.

Jacta álea est: il dado è gettato. È il motto attribuito a C. G. Cesare con allusione all’incerto giuoco dei dadi, quando, contro l’ordine del Senato, passò a capo del suo esercito il Rubicone, confine antico d’Italia. Cfr. Svetonio, Cesare 32; Plutarco, Vita di Cesare. Ripetesi il motto por indicare risoluzione presa da cui più non si recede.

Jacquerie o Jaquerie: voce storica, od indica una sollevazione di contadini avvenuta in Francia (Ile-de-France) nel 1358 contro la nobiltà. Il nome deriva da Jacques bonhomme, appellativo di scherno, dato dai nobili d’allora ai villani. Dicesi oggi di ogni sedizione violenta; e in questi tempi nostri di lotta degli agricoltori contro il diritto dei proprietari, la parola francese non è rara anche fra noi.

Jäger: ted. cacciatore: soldato di speciale milizia.

Jais: a questa parola viva francese risponde esattamente un vocabolo presso che spento, cioè giaietto o giavazzo, dal greco [testo greco], specie di lignite bituminosa che, mischiata con scaglie di ferro, dà un bel nero lucido e duro di cui si fanno monili per lutto e conterie per adornare gli abiti muliebri. I tedeschi dicono Flitter.

Jamais: talora o per facezia o per enfasi è usata questa negazione a cui la Francia ci abituò, che tra gli altri jamais fu celebre quello del ministro francese Eugenio Rouher in un suo discorso in cui affermava che Jamais la Francia avrebbe permesso agli Italiani l’occupazione di Roma: Jamais la France ne supportera une telle violence faite à son honneur, faite à la catholicite!

Jam proximus ardet Ucalegon: la casa di Ucalegonte oramai arde, così Enea (Eneide, II, 311) narrando l’incendio di Troia. L’emistichio latino usasi oggi figuratamente per indicare che l’incendio, cioè il pericolo o il danno, tocca persona o cosa vicina. Non di rado vi si annette senso faceto.