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Incerti del mestiere: locuzione antica a cui è data significazione antifrastica, lepida e filosofica per accennare alle disgrazie ed ai pericoli cui si va incontro nell’adempimento del proprio ufficio o dovere. Ebbe molta divulgazione perchè fu usata dal povero re Umberto quando subì l’attentato dell’Acciarito, significando la regalità non come ufficio divino, ma pareggiandola agii altri impieghi. Dicesi anche incerto professionale. In un recente processo per diffamazione tenuto a Roma, essendo gli avvocati venuti a guerra di calamai, uno degli avvocati ne ebbe rotto un dente e, ribattute le ingiurie, concluse testualmente: «Io non presenterò querela, considererò l’incidente come incerto professionale e andrò dal dentista a farmi riparare il dente».
In chiesa coi santi, etc: locuzione e sentenza popolare di grande saviezza che vuole che l’uomo sappia vivere conformandosi alle persone con cui fortuna o necessità lo accomuna: sentenza fissata da Dante nel canto XXII dell’Inferno:
Ma nella chiesa
co’ santi e in taverna co’ ghiottoni.
Inchiesta: per investigazione (lat. inquisitio) è nota voce del linguaggio tecnico amministrativo, che pure essendo tolta dal fr. enquête, apparteneva già da antico all’italiano (cfr. il verbo inchiedere = fare inquisizione): caso non raro di antiche parole che casualmente risorgono per l’affinità delle due lingue neo-latine. V. Ignoti ladri.
Incidente: secondo i puristi anche questa è voce tolta dal francese per significare cosa o fatto o avventura che accade nel corso di un negozio. Similmente ritienesi gallicismo nel senso di questione accessoria. Voce di Crusca in tale senso.
Incidit in Scyllam, cupiens vitare Cliarybdim: cade in Scilla (scoglio su le coste d’Italia) volendo sfuggire Cariddi (vortice anticamente famoso nello stretto di Messina). Dicesi di chi volendo sfuggire un male, cade in un altro. Il motto è di un poeta neo-latino del sec. XIV. Gualtier de Lille, Alexandreis, lib. V, vs. 301: parafrasi tuttavia di un antico adagio greco.
Incipit Vita Nova: comincia la vita nuova: così con solenne ed occulto parlare l’Alighieri comincia l’opera sua La Vita Nova, dove per queste parole si vuole intendere o la giovinezza (che tale è il senso dato dagli antichi nostri a nuovo e novello) oppure una nuova vita rigenerata da Amore. Come molti versi o emistichi danteschi, anche questo motto diventò popolare e si usa per significare una vita migliore, un mutamento di male in bene nelle operazioni e nelle finalità dell’esistenza.
Incognito: parola italiana usata frequente nella diplomazia: è voce internazionale. Dicesi di principi o sovrani che viaggiano e dimorano in terra straniera e non volendo essere conosciuti o trattati secondo il loro grado, non portano segni e seguito conforme, e spesso assumono altro nome. Questo segreto convenzionale di raro è ignorato, ma lo si rispetta nelle apparenze. Pur viaggiando in incognito il sovrano gode del diritto di extraterritorialità. Se però noi demmo questa voce alle lingue straniere (francese, inglese, tedesco), queste ne fecero un sostantivo avverbiale. Incognito spiace ai puristi, che consigliano, da privato, privatamente.
Incollatura: (fr. encolure) nel linguaggio delle corse vale a dire la differenza di un collo fra cavallo e cavallo. Es. il tal cavallo vinse per un’incollatura.
Incolonnare: nel linguaggio militare dicesi di milizie che dalla disposizione di linea spiegata passano a quella di colonna.
Incoloro: per senza colore ricorda ai puristi la voce francese incolore, lat. incolor, ed è usato specie dagli scienziati per determinare le qualità dei corpi, insieme a inodoro fr. inodore, lat. inodorus e insaporo, la quale ultima è foggiata per analogia, e vale insipido. La Crusca non accoglie la nuova parola.
Incombente: lo registra il Tramater come voce dell’uso, ma con valore di aggettivo per soprastante, premente, latino incumbens, e va bene. Voce pedantesca, talora usata nel linguaggio burocratico per significare il dovere d’ufficio. Es. «Soltanto alle due dopo mezzanotte comparve un