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tempo della guerra turco-russa. Il Nicotera, pronto, mandò le sue condoglianze ed auguri a non so quale granduca Vladimiro, congiunto dello Tzar, Trattavasi invece di un semplice privato. Onde il ridicolo e la caduta del Ministro. Se non così, press’a poco.

Gambrinus: nome leggendario di un re di Fiandra (presunta contrazione di Jan Primus) cui è attribuita l’invenzione della birra. Sta il fatto che la birra col nome di vino d’orzo (oinos krithinos) è ricordata persino nell’Anabasi di Senofonte. Gambrinus o Gambrino, compreso il diminutivo Gambrinetto, è nome dato a molto birrerie in Italia. Il flavo e barbuto re teutonico, a cavalcione di un fusto di birra in su l’insegna, par sorridere dal piacere con cui seppe con la sua squallida cervogia conquistare il mercato del paese del vino (Enotria).

Gamma: vale scala musicale, nome datole da Guido d’Arezzo, nostro, che aggiunse questa lettera greca (Γ = g) alla serie delle note: In primis ponitur Γ graecum, a modernis adiunctum, come scrisse egli stesso. Ma come termine letterario e pittorico, cioè per indicare gradazioni, è un senso estensivo che noi togliemmo dai francesi: Es. «La gamma dei colori. La gamma del riso, etc.».

Garage: voce francese che significa l’aziono del garer, guardare, mettere in istazione (gare), al riparo nave, convoglio, carro. Rimessa.

Garante, garanzia, garantire: sono voci oramai accolte dalla Crusca: spiacciono tuttavia ai puristi perchè venuteci dal francese garant, garantie, garantir, derivate dal latino medievale warendare e warens, dall’antico alto tedesco werên (almeno secondo il Kluge, op. cit.) = prestar malleveria. Le parole nostre sono mallevadore, malleveria o mallevadoria e mallevare. Hanno però il torto di essere alquanto letterarie. Viva tuttavia è nel popolo la buona voce sicurtà per garanzia. Anche in ted. Garantie, voce usata dalla 2a metà del sec. XVII.

Garbino: (dal arabo garbi = occidentale) vento di libeccio. (Questa antica nostra voce, poco usata, oramai in altro regioni d’Italia, è vivissima sul nostro litorale Adriatico. E altresì in francese garbin.

Garbo: term. mar., modello di sottili tavole di abete, che indica la forma di un pezzo di costruzione di un naviglio.

Garçon: fr. garzone, in vece di cameriere o, più popolarmente, bottega, è notato nel Lessico del Fanfani. Ma non mi pare molto dell’uso al dì nostro, o almeno sa molto di affettato e altezzoso.

Garçonnière: appartamento da scapolo (garçon). Garçonnière dicesi altresì di una ragazza che corre e giuoca co’ maschi: termine familiare francese e non senza senso di biasimo.

Garçons de la noce: les jeunes gens chargés de faire les honneurs de la noce (Littré).

Garde enfant o porte enfant: sono parole che la gente mondana usa per indicare la trapuntina elegante ove si collocano, rinserrando, i neonati. Ma non le trovo in francese. V. Voltaire, Notes, etc.

Garden-party: locuzione e costumanza inglese in molto onore presso la nostra gente mondana, la quale, come è noto, riveste un carattere internazionale. Significa un ritrovo di signori e di dame in giardino o altro luogo aperto, per sollazzi, giuochi, spettacoli o altre forme di svaghi signorili. Garden party, come del resto quasi tutte queste locuzioni inglesi, appartiene pure al numero delle voci neologiche francesi.

Garder une poire pour la soif: modo familiare francese, tradotto da noi spesso letteralmente, per dire serbare qualcosa pel bisogno. Locuzione, presso di noi, del linguaggio mondano.

Gare: fr. stazione, da garder: cfr. l’italiano guardia; dal tedesco warte. Voce francese non del tutto fuor d’uso nè ignota anche al popolo: es. i vetturini delle grandi città.

Garganello: in milanese garganell, specie di morgo o smergo, uccello acquatico.

Gargantua: dicesi, con senso tolto dal francese, di mangiatore famosissimo: vero è che Gargantua, nome proprio e titolo del capolavoro di Francesco Rabelais, fu oltre che gran mangiatore, gigante genialissimo le cui imprese ed i cui detti sono