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gnifica la nostra bella parola intermezzo. Ma per indicare l’intervallo tra atto ed atto usasi non di rado la parola francese, specie nel linguaggio degli eleganti.

Entrain: voce francese che indica il calore e la vivacità del dire e del fare. Dicono i francesi: Cette personne a de l’entrain, Cette comédie a de L’entrain. Bisogna proprio esser leziosi per usare noi questa voce, mentre abbiamo le bellissime: brio, gaiezza, vivacità, spigliatezza. Entrain deriva dal verbo entrainer = en (lat. inde) e trainer (lat. trahere, trainare, traino, treno). V. la voce train.

Entraineur: celui qui entraine, qui prépare les chevaux pour la course. In italiano, scozzone =:colui che avvezza i pulledri alla sella o alla carrozza. Ma siamo al solito caso, che la parola nostra sa di plebeo, la parola francese di signorile ed elegante.

Entre-côte: è in francese ciò che dicesi costata, fiorentina in Romagna, cioè costoletta. La parola francese è comune nel linguaggio culinario.

Entrée: entrata, portata. Codesta parola indica francesemente i piatti con cui si comincia il pranzo, dopo l’antipasto e dopo la minestra. Il cerimoniale francese nell’arte della cucina e della tavola è stato introdotto pure da noi e, con quello, le parole.

Entrefilet: neologismo francese, letteralmente tra le linee, tra le maglie, da entre e filet, diminutivo di fil = filo. Si intende per tale parola un breve articolo di giornale, inserito fra articoli di maggior importanza, col quale di solito si richiama l’attenzione del publico su di un fatto noto, si corregge, si rinnova un giudizio: insomma sarebbe una specie di «notabene», non di rado caustico, È tradotto in trafiletto che al plurale è anche di più goffo suono che al singolare.

Entre la poire et le fromage: efficace modo francese: fra le pere e il formaggio: cioè entro due termini fra i quali lo spirito si trova naturalmente disposto e quasi costretto ad udire benevolmente ciò che di importante e nuovo altrui piace dire, quindi a tempo buono, a tempo opportuno. Nè si dimentichi che le pere legano benissimo col formaggio e formano un post prandium gustosissimo che dispone alla benevolenza.

Entremets: così i francesi chiamano quelle vivande che vengono servite dopo l’arrosto e prima delle frutta: vi si comprendono verdure, torte, e varie specie di pasticcerie. Nei grandi pranzi o banchetti rappresentano una specie di sosta di pausa, fatta di cibi più delicati e soavi che non siano le carni. Il signor P. Artusi, romagnolo e toscano, il quale per suo diletto publicò un pregevolissimo ed accurato manuale di scienza culinaria tanto poco noto quanto meritevolissimo di essere noto (Firenze, S. Landi, 1891) traduce la voce francese con tramesso, cioè posto in mezzo alle vivande del pranzo.

Entre-80l: è in francese ciò che in italiano si dice mezzanino, cioè l’appartamento tra il pian terreno (rez-de e chaussée) e il primo piano.

Entusiasmare: è verbo non accolto dai puristi nè dalla Crusca perchè troppo affine all’enthousiasmer francese che vale spesso s’engouer de quelqu’un ou de quelque chose, non escluse le ballerine e i tartufi. Accolgonsi invece entusiasmo ed entusiasta nel nobile senso etimologico, ἐνθουσιασμός = inspirazione, sacro furore. Non è molto persuasiva la esclusione del verbo, tanto più che esso è anche in greco, ἐνθουσιάζω; tutt’al più si può osservare che noi seguiamo l’iperbole francese, la quale consiste non solo nel dar grande senso alle parole che sono segno di cose piccole, ma altresì nel contrario, cioè nell’usare voci di nobilissimo significato per determinare cose di poco conto.

Enveioppe: voce francese, rispondente all’italiano inviluppo, dal latino in e volvere = volgere. Nel Lessico del Fanfani ed Arlia è scritto che i cartolai fiorentini diceano inviluppo: oggi prevale la voce nostra busta, e la parola francese benchè tuttora frequente, quasi popolare, tende a cadere.

Épatant: part. del verbo francese épater. Con questa parola si suole in quella lingua esprimere il più alto grado del-