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camera il senso speciale di stanza da letto, non di stanza in senso generico.
Non v’era giunto ancor Sardanapalo
A mostrar ciò che in camera si puote.
Dante, Par. XV.
Camera ardente: V. Cappella ardente.
Camera del lavoro: istituto sociale recente. In Italia non credo vada oltre il decennio. È un’imitazione della Bourse du travail presso i francesi, da noi detta camera per analogia con altri instituzioni che così si denominano. Serve come ufficio di collocamento e di informazione: segue la statistica del lavoro e delle mercedi: si interpone come paciera ed arbitra nei dissidi fra capitale e mano d’opera; e in cotesto tale istituzione rappresenta un progresso e un diritto. Ma per le sue origini e per aver inscritti, soggetti e disciplinati la più parte dei lavoratori manuali, la camera del lavoro è istituto di carattere socialista: difende, valendosi della forza che rappresenta, la classe degli operai cercando di ottenere aumento di salari e diminuzione di ore di lavoro. Regola gli scioperi. «Anticamera dello sciopero» fu definita dai nemici di tale istituto. Le camere del lavoro sono diffuse oggidì in quasi tutte le città d’Italia: chiedono ma non hanno ancora riconoscimento giuridico, bensì di fatto. Molti municipi democratici le sussidiano in vario modo.
Camera di compensazione: istituto commerciale e bancario assai antico il quale compensa, cioè pareggia fra di loro i valori dei vari paesi e dei vari banchi. V. meglio a Stanza di compensazione.
Camiceria: negozio ove si vendono camicie od oggetti a camicie attinenti (fr. chemiserie).
Camicia: nel senso di quel foglio che serve di copertina a carte scritte, è stata registrata dalla Nuova Crusca. (V. § II).
Camicia di forza: con le maniche congiunte che penosi ai matti furiosi affinchè non offendano sè ed altrui: usasi in senso traslato per coercizione, impedimento violento e tirannico.
Camicia di Nesso: è la fatal tunica che, intinta nel velenoso sangue del centauro Nesso, Deianiru, gelosa, mise ad Ercole, onde l’eroe morì. Dicesi di ogni costrizione morale insopportabile.
Camicie rosse: perifrasi usata por indicare i volontari di Garibaldi, dopo l’impresa di Sicilia, dalla camicia di lana scarlatta la quale ad imitazione del loro Capitano glorioso, li distinguea nell’assisa.
Caminiera: in it. è registrata per parafoco e specchio posto sopra il camino. Per camino (metallico) è il fr. cheminée. V. 'ciminiera'.
Camma: parola usata dai meccanici per indicare quell’ordigno di variabile forma, spesso di cuore, che applicato ad un albero cilindrico rotante, serve ad imprimere un determinato movimento ad un altro organo di macchina che vi si appoggia in modo continuo o discontinuo. Fr. came.
Camminare a testa alta o con la fronte scoperta: cioè sicuramente, senza aver nulla di che vergognarsi o nascondere. Locuzione usata specialmente in risposta a chi altrimenti giudichi o pensi.
Camorra: noi così comunemente diciamo per indicare una clientela di gente associata segretamente per fini di bassi e loschi interessi, e camorrista colui che opera in tale modo. Tale significato esteso proviene da quella notissima associazione di gente di mala vita, intenta a mal fare e vivere di sopruso, estorsione, frode, che ha il suo contro in Napoli ed è regolata da speciali statuti, leggi, consuetudini. Istituto antichissimo. La camorra napoletana non fu mai setta politica, ma intenta solo al benessere economico degli affigliati. Camorra è voce spagnuola che vuol dir litigio, e camorrista, litigioso. Dalla Spagna che nel Reame dominò per due secoli, ci provennero e il nome e l’istituto della Camorra. Ne ritiene alcunchè di spavaldo e di enfatico. La camorra è detta anche Società dell’umirtà (V. Omertà) e la gerarchia ha i seguenti gradi: giovinotto onorato, picciuotto (picciotto, secondo la tendenza del dialetto napoletano di dittongare l’o in uo) picciuotto di sgarro, picciuotto di reggimento, capo picciuotto, camorrista, capo di società o capintrito, capo-camorra o capintesta. Il camorrista è parente morale col mafioso siciliano, col barabba, col teppista e col bulo dello torre subalpine,