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di Alfredo Panzini 313


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Bellaria - domenica, 5 Settembre, 1915.

Abbiamo esposto nel negòzio, dalla merciaia, in bella mostra, le calze e le maglie pei soldati. Le donne bellariesi san ben filare e fare ancora la calza! Ho pregato le signore che ornàvano la vetrina, di togliere il nastrino tricolore con cui avevano legato quegli indumenti. Il vècchio colonnello Caletti, sottile e trèmulo ormai come un pioppo, ma che spera sempre, ha dipinto una rocca con la pergamena e il pennèchio, e questi versi ha scritto:

               Vecchie, giovani, filate.
               Della lana preparate.
               Per quei cari che sul fronte
               Tra le nevi, in aspro monte,
               Stan lottando con coraggio
               Fin dal ventiquattro maggio!
               Or dovran passar l’inverno
               Ove regna il ghiaccio eterno.
               Vecchie e giovani filate.
               Del filar non vi stancate.
               È un lavor che scalda e veste
               Chi combatte per Trieste.

Egli ignora la esistenza di Marinetti, l’Attila della tradizione! Ho pregato di sopprimere i due

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