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luogo l’inatteso strepitoso successo della tragedia alfieriana; dovettero consigliar prudenza a chi l’aveva tradotta, non meno che agli altri promotori del Teatro Nazionale. Abbiamo già visto che il Principe Ghica, che pure da principio se n’era dichiarato sostenitore, per non essere coinvolto nello scandalo e non destar sospetti nel governo russo, finì col ritrarsi e negare l’aiuto pecuniario concesso alla Società Filarmonica, onde è a credere, che, se di prudenza stimò in quell’occasione doversi armare il Principe, tanto più dovè ritenere doversene armare Aristia, che pensò differire la pubblicazione del volume a tempi migliori. Solo così, penso, si può spiegare, a distanza di tre anni, l’inserzione del foglietto, in cui, a mo’ di Prefazione e senza neppur accennare ad Asaki, Aristia si difende dalle critiche dell’Albina1 .

A quei tempi la Prefazione del Quijote era conosciuta in Rumania. Heliade l’aveva tradotta nel suo Curierul românesc ed era, com’è naturale, piaciuta. Niente di strano dunque che quella di Aristia ne risentisse, almeno in quanto, a lui timoroso che l’opera sua non incontrasse, un amico dava incoraggiamenti e consigli che lo facevano risolvere ad affrontare il giudizio del pubblico.

Fin dalle prime parole, l’intenzione di ribatter le critiche dell’Albina appare evidente. Asaki infatti, dopo aver fatto le lodi più ampie e più entusiastiche della tragedia dell’Alfieri, ne aveva tratto come naturai conseguenza, che una poesia come quella del Saul doveva presentare al traduttore rumeno delle difficoltà addirittura insormontabili, specie quando avesse la pretesa di non discostarsi dal suo originale e tradurre il testo alfieriano sillaba per sillaba in versi rumeni.

Ed Aristia a difendersi: — „Il compito che mi sono assunto è, questo è verissimo, tutt’altro che facile, ma non è poi impos-



  1. Che poi si tratti d’inserzione posteriore a me par evidente. Quelle due paginette di Prefazione, composte in caratteri di corpo assai piccolo e stampate su carta differente, non appaiono neppur comprese nella numerazione, che comincia a p. 6 e tien calcolo delle pagine precedenti non numerate, le quali, con la prefazione, son...sette, sicchè la prima pagina numerata dovrebbe portare il numero 8. Ora, visto che invece è segnata col numero 6, par chiaro che in origine le pagine non numerate non dovevan esser che cinque, il che significa che le due pagine della Prefazione furono aggiunte a stampa compiuta.