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de chant. On peut apprendre son adresse au théâtre”. Quali fossero le „ragioni di famiglia” del signor Cervati non avremo noi l’indiscrezione d’indagare. Si tratta probabilmente d’un eufemismo, sotto il velo del quale a noi par vedere un accenno a condizioni finanziarie poco rigogliose, o, con maggiore verosimiglianza, una excusatio non petita del suo prolungato soggiorno nella capitale della Moldavia in attesa d’un’occupazione onorevole che forse fin d’allora gli si era fatta intravvedere come possibile. Ci conforta in quest’ipotesi l’apprendere che facciamo dal Burada1 come l’anno appresso egli occupasse nel Conservatorio filarmonico-drammatico di Jassy2 la cattedra di musica vocale. Ma non è questo quello che ci preme assodare, sibbene la rappresentazione del Catone di Utica, della quale non ci è riuscito trovar altre notizie all’infuori dell’accenno contenuto nell’annunzio citato. Poi che il Cervati fu la prima volta a Jassy l’il aprile del 1833, quando, di passaggio, dette una recita straordinaria di qualche scena isolata del Barbiere di Siviglia e dell’Otello, è lecito argomentare, che, se il Catone in Utica fu davvero rappresentato a Jassy, ciò avvenne fra il 1833 e il 1835 e con ogni probabilità in quest’ultimo anno, se l’avviso può riferirsi al successo ottenuto dal Cervati come a cosa recente. Ma si trattò d’una vera e propria rappresentazione? La qualità di tenore del Cervati ce ne fa dubitare e l’aver egli cantato altra volta solo scene staccate del Barbiere e dell’Otello ci conferma nel dubbio. Ad ogni modo il Metastasio c’entrava di sbieco, come autor del libretto, e qui sì tratta del Catone in Utica del Leo assai più che di quello del Metastasio3. Non ci resta dunque



  1. Cfr. Arhiva, XVII (1906), p. 34 e n. 2.
  2. Il conservatorio fu inaugurato solennemente il 15 novembre 1836 e si può argomentare, che, fin dall’anno prima, i promotori avessero posto l’occhio addosso al tenore italiano per affidargli la cattedra in questione.
  3. Nell’avviso si parla infatti di „amateurs de la musique italienne”.La cosa è tanto chiara che potrebbe persino sembrare ozioso l’insisterci. Bisogna però tener presente che molte volte la stessa compagnia rappresentava a un tempo drammi e opere in musica. Ce ne fa fede il Filimon (Ciocoii vechi și noi) a proposito della compagnia Dilli-Steinfels che fu la prima a fare una tournèe in Rumania, e recitò al Teatro della Fontana rossa fondato a Bucarest da Domnitza Ralù. (Cfr. Cap. XX: Teatru în țara românească, pagine 178-79 dell’edizione „Minerva”, București, 1902). „Puțin însă după aceia [dopo cioè che Domnitza Ralù ebbe trasformato in teatro la sala da ballo della Fontana rossa] veni in București un