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il principal nemico della sua fama fu l’Alfieri (del quale furon, sì, conosciute fuori d’Italia le tragedie, ma non tutte le bizze e i giudizi avventati), così, data anche la tendenza degli stranieri a ravvisar nel Metastasio il fiore più vago e quasi l’essenza stessa dell’arte puramente italiana (le cui note fondamentali riesce per avventura più facile ad essi che a noi di stabilire), è chiaro che, fuori dei confini della patria, dove i pettegolezzi letterari non giungono e certe idolatrie non trovano eco, il Metastasio non rimase esposto ad altri colpi che non fossero quelli che indubbiamente gli venivano dal rinnovamento dei tempi e dell’arte. Ai quali colpi l’eroe resistè a lungo, imbracciando lo scudo romano, dove era scolpita la gesta di Regolo, e, mostrando di saper combattere anche lui per la libertà, disarmò la maggior parte de’ suoi nemici, che, posta giù la diffidenza per il poeta di Nice, accolsero nelle loro file il vecchio eroe cui le ginocchia tremavano ormai, non la voce; la voce, che, di tra il tumulto della folla rivoluzionaria e il fragore delle armi, cantava fioca ma chiara:

    mi è riuscito di assodare, di un dramma eroico di Atanasio Christopoulos „παρασταθέν“, come ci testimonia il ΣΑΘΑΣ (Νεοελληνικὴ Φιλολογία, Ἀθήναις, 1868, p. 714) „πολλάκις καὶ θαυμασθὲν ὑφ´ ὅλων“ e così intitolato: Ἀχιλλεύς, δρᾶμα ἡρωϊκὸν εἰς τὴν αἰοποδωρικὴν διάλεκτον. Ἐν Βιέννῃ, 1805. La traduzione del Sion c’interessa però per via della Prefazione, in cui, fra molti luoghi comuni sul dovere che incombe all’uomo di coltivare il suo spirito, e sull’ufficio della poesia, con iderata come principio di civiltà, posson leggersi le seguenti parole, che, mentre ci attestano ancor viva l’impressione suscitata dalla rappresentazione moldovana del Saul, par voglia paragonare la poesia in genere, e quella del Metastasio in ispecie, all’arpa di David, che sola poteva calmare le furie dell’infelice re d’Israele: „Adese ori un Saul, care în periodica sa furie și nebunie urla lumea întreagă, pe Dumnezeu în care pururea ca într’un duh al mântuireĭ viețuiau Ev eiĭ și însușĭ David, slava lui Prail, numai atuncea cunoștea rezonul, se îmblânzia, și simțĭa datoriea sa, când cu capul său rezemat de țenunchiĭ eroului unia dulcele accente ale harpei sale, cu harmonioa ele tonuri ce complecta lauda vetezilor luĭ biruințe și izbânzĭ”. [Spesse volte un Saul, che, nel suo periodico furore e nella sua intermittente follia, odiava il mondo intero e Dio nel quale continuamente come in un spirito di redenzione vivevano gli Ebrei, e lo stesso David, gloria e fasto d’Israele; solo allora conosceva ragione, si calmava e si rendeva conto del dover suo, quando, col capo sulle ginocchia dell’eroe, lo ascoltava sposare i dolci accordi dell’arpa alle parole armoniose che completavan la lode delle sue forti vittorie].