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è chiaro che non sarà più da parlare di „luptă amarnică cu sine însuș”1, nè d’alcun „nou luceafăr”2; al quale, appunto perchè sorto da poco, non possono venir riferiti gli ultimi versi della strofe:


Căci o alta inșelătoare
Mai cu leșnire pociu să găsesc3,


che in fine dei conti non ci autorizzano punto a conchiudere che l’„altra ingannatrice” l’Alexandrescu l’avesse già trovata. Se mai, dato il posto che Nina occupa tra le rime del poeta, potremmo supporre che l’Alexandrescu vedesse nella poesia del Metastasio rispecchiato un suo particolare stato d’animo e per questo s’inducesse a tradurla; il che, dato il fondo di verità umana ch’è il miglior pregio così di questa come di altre canzonette metastasiane, possiamo bene ammettere, ed abbiamo infatti ammesso fin da principio.

Così la lode che „i coetanei dettero tutti al Metastasio”, d’esser, come dice il Rousseau, „le seul poète du coeur, le seul „génie fait pour émouvoir par le charme de l’harmonie poétique et musicale”4, trova una conferma nelle rime del delicato poeta



  1. [„...tragica lotta con sè stesso”].
  2. [„...nuovo astro”].
  3. [„...perchè un’altra ingannatrice con maggior facilità posso trovare”]
  4. Cfr. Dictionnaire de musique, art. Génie. Nella Nouvelle Héloìse le citazioni dal Metastasio sono tutt’altro che rare, benchè meno numerose di quelle dal Petrarca. Una delle più rilevanti mi par la seguente, che si legge nella lettera XXV (di Giulia) della Parte I: „Encore si j’osois gémir, si j’osois parler de mes peines, je me sentirois soulagée des maux dont je pouvrois me plaindre; mais, hors quelques soupirs exhalés en secret dans le sein de ma cousine, il faut. étouffer tous les autres; il faut contenir mes larmes; il faut sourire quand je me meurs:

    „Sentirsi, oh Dei! morir,
    E non poter mai dir
    Morir mi sento”.

    I medesimi versi del Metastasio ricompaiono in una lettera del Rousseau a Madame Latour (IV, 704) del 20 gennaio 1768, preceduti dalle seguenti parole: „Le ciel qui veut qu’il ne manque rien à ma misère, m’òte la plus précieuse consolation des infortunés”: quella cioè di poter sfogare il proprio dolore, confidandosi con una persona cara. Anche la lettera XXXIV (Réponse) della Nouvelle Héloise (I-ère Partie) comincia con dei versi del Metastasio: