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degno di Pindaro. Noi Italiani viviamo nell’affanno e nella confusione dell’abbondanza; ma chi volesse scevrare dagl’infiniti nostri canzonieri, da Dante sino all’Alfieri, le poesie veramente liriche, appena ne ritrarrebbe un mediocre volume.


IL TEMPO


ODE LIBERA.


Invido Veglio, che di verde e forte
    Vecchiezza carco e di gran falce armato,
    Tempo, che sul creato
    Stendi l’ale tacenti e, mentre al corso
    Te stesso incalzi e fuggi,
    Ti rinnovi mai sempre e ti distruggi;
Là ne’ secoli eterni entro le fosche
    Voragini del caos, ove la folta
    E varia schiera de’ possibil tutti
    Giacea confusa, e in suo silenzio il cenno
    Stava aspettando de la man divina,
    Tu nel torbido mar dell’infinito,
    Al volo ancor non uso,
    Notavi in sen d’Eternità rinchiuso.
Quando, a la voce del sovran motore,
    Dal letargo lunghissimo e profondo
    Si destâr l’esistenze, e dell’abisso